Alla Cei i porti aperti non bastano: "Non firmiamo carte in bianco"

Il presidente della Cei, il cardinal Gualtiero Bassetti, esprime soddisfazione per la svolta sui migranti, ma evidenzia come serva qualcosa di più

Alla Cei i porti aperti non bastano: "Non firmiamo carte in bianco"

Il cardinal Gualtiero Bassetti, presidente Cei, si è detto soddisfatto di come si stia affrontando la nuova fase della gestione dei fenomeni migratori. Ma per quanto la "atmosfera" sui migranti stia mutando - un cambiamento che l'alto ecclesiastico ritiene positivo - , il vertice della Conferenza episcopale italiana ha comunque rimarcato come non sia disposto a firmare "carte in bianco". Il che significa, insomma, che i presuli italiani vogliono prima assistere a un'evoluzione del quadro sul piano dei fatti.

L'ingresso di coloro che migrano ora è garantito mediante l'apertura dei porti. Può non essere sufficiente. Il pensiero, com'è ovvio che sia, va subito al Conte bis e alle modalità selezionate dai giallorossi per far fronte a quella che il governo, che è in carica solo da poche settimane, ma che ha già sterzato con decisione rispetto alla linea dell'ex ministro Matteo Salvini, considera una necessità prioritaria: l'accoglienza. La Chiesa cattolica è concorde su questa svolta.

Il parere del porporato italiano è stato riportato pure dall'Adnkronos: "Sta cambiando atmosfera. Le premesse sono buone - ha fatto presente l'alto ecclesiastico - c'è un cambio di passo ma non firmo carte in bianco. Voglio essere veritiero", ha dichiarato l'arcivescovo di Perugia. Ma non è l'unica riflessione sopraggiunta da Bassetti, che ha definito quanto stabilito a Malta, pure sulla cosiddetta redistribuzione tra le nazioni europee, una "buona base". Per la Cei, insomma, siamo alle fasi iniziali di un processo che deve perdurare nel tempo. C'è stato anche spazio per una riflessione di carattere culturale e valoriale, dato che per il presidente della Cei l'immigrazione è un "problema dell'umanità è va affrontato con criteri nuovi" . Prima dell'appunto su come anche l'istituzione scolastica debba svolgere un ruolo essenziale sul tema, è arrivato l'annuncio di un convegno, sempre organizzato dall'episcopato italiano, su come vada affrontato il macro fenomeno nel mar Mediterraneo, quello che papa Francesco ha spesso definito un "cimitero della contemporaneità".

Attenzione però, perché mentre le forze di maggioranza dibattono su come estendere la cittadinanza mediante la probabile introduzione dello ius soli, il capo dei vescovi del Belpaese - come si apprende sull'Agi - ha ragionato a microfono aperto della necessità di

un'integrazione piena: "Più che di ius soli, io parlerei di ius culturae. Anche dal punto di vista normativo. Altrimenti la cittadinanza sembra un contenitore vuoto", ha fatto sapere il cardinal Gualtiero Bassetti.

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