Che tristi le dimissioni antifasciste

Servizio Rai su Predappio. Lascia il caporedattore del Tg

Che tristi le dimissioni antifasciste

Una commemorazione a Predappio nel giorno della morte di Benito Mussolini lo scorso 28 aprile, per quanto politicamente scorrettissima, a occhio e croce può essere una notizia per un Tg3 Rai dell'Emilia-Romagna. E invece no. In tempi di ossessione da fascismo di ritorno, basta poco per essere accusati di rimpiangere fez e olio di ricino.

Così, il servizio mandato in onda dalla TgR, introdotto tra l'altro con una presa di distanza da parte della testata Rai («una manifestazione da cui esce una visione della storia a senso unico»), è costata la testa al povero caporedattore Antonio Farnè, un capro espiatorio comodo per togliere le castagne dal fuoco ai piani alti della Rai, in primis l'ad Fabrizio Salini (nominato in quota M5s), sotto pressione per l'accusa di «apologia del fascismo sul servizio pubblico».

Nulla può il diritto di cronaca contro la protesta dell'Anpi, l'associazione che vigila sull'osservanza dell'antifascismo militante: «Un servizio vergognoso e gravemente lesivo del dettato antifascista della Costituzione, due minuti di oltraggio all'Italia» hanno tuonato i vertici dell'Anpi, chiedendo provvedimenti immediati contro i neofascisti travestiti da giornalisti della TgR Emilia-Romagna.

Nella tv di Stato dove nulla cambia e tutti mantengono poltrone e stipendi anche senza far nulla, si è immediatamente scatenato l'allarme per uscire dall'imbarazzante situazione con la rimozione del collega colpevole di far arrabbiare l'Anpi. Nessuno che abbia detto: era una notizia, l'abbiamo raccontata. Molto più semplice accodarsi all'ipocrisia dell'antifascisticamente corretto.

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