Chiede lo status di rifugiato ma è un pirata somalo

L'uomo faceva parte di una banda di 50 persone. Nel 2011 aveva sequestrato una petroliera italiana

Chiede lo status di rifugiato ma è un pirata somalo

I carabinieri del Ros hanno arrestato un cittadino somalo appartenente al gruppo di pirati che nel 2011 abbordarono e sequestrarono la petroliera italiana Savina Caylyn. Nei giorni scorsi l'uomo, Mohamed Farah di 24 anni, aveva richiesto il riconoscimento dello status di protezione internazionale al Centro permanenza per i rimpatri Pian del lago di Caltanissetta. È stato individuato sulla base delle impronte digitali all'epoca repertate dai carabinieri del Ros e del Ris a bordo della nave. Farah è accusato di essere uno degli oltre 50 pirati somali che, l'8 febbraio 2011, utilizzarono armi automatiche e lanciarazzi per abbordare e sequestrare a largo della Somalia la nave petroliera italiana Savina Caylyn, poi trattenuta per oltre dieci mesi fino al 21 dicembre quando, a seguito di lunghe trattative, veniva rilasciata assieme all'equipaggio, composto da 5 cittadini italiani e 17 indiani, oggetto di maltrattamenti e sevizie.

Il fermo di indiziato di delitto è stato eseguito dai carabinieri del Ros, coadiuvati dalla Digos, su delega della procura distrettuale di Roma. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, il 24enne si era presentato al Cpr di Caltanissetta, in Sicilia, senza documenti di identificazione. Le responsabilità del richiedente asilo sarebbero emerse dal confronto delle sue impronte digitali, assunte nelle fasi dell'identificazione, con quelle repertate nel gennaio 2012 a bordo della Savina Caylyn dopo il rilascio della motonave nel Golfo Persico. Gli accertamenti, considerato che nessun membro dell'equipaggio era di etnia africana, forniscono probanti indicazioni che Mohamed Farah abbia fatto parte del gruppo di pirati.

L'8 febbraio 2011, intorno alle 5.30, a circa 800 miglia dalle coste della Somalia, la petroliera italiana Savina Caylyn proprietà dell'armatore F.lli D'Amato S.p.a. di Napoli (nave gemella della 'Enrica Lexiè coinvolta nel febbraio 2012 nell'episodio che condusse al trattenimento detentivo in India dei Marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre), mentre era in navigazione nelle acque dell'Oceano Indiano venne sequestrata da un gruppo di pirati somali che la abbordò assaltandola a colpi di razzi controcarro e armi automatiche.

Assunto il controllo della petroliera, la Savina Caylyn fu condotta nella rada di Raas Cusbard, località prossima al centro abitato somalo di Harardhere, dove rimase per oltre 10 mesi prima di essere liberata e presa in custodia dalla marina militare italiana.

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