Chiuso per molestie Così tramonta la farsa del Nobel

Chiuso per molestie Così tramonta la farsa del Nobel

Il Premio Nobel per la letteratura si prende una pausa. Nel 2018 non verrà assegnato. L'appuntamento è per ottobre 2019, quando saranno proclamati due vincitori dall'Accademia di Svezia: uno per il 2018 e uno per il 2019.

Non ci sono precedenti simili. Il Nobel per la letteratura, istituito nel 1901, venne sospeso nel 1914, 1918, 1935 e poi (...)

(...) dal 1940 al 1943. Anni o periodi difficili per l'Europa. Oggi la storia è diversa. Come in un romanzo (da Nobel) si intrecciano accuse di molestie sessuali, con vittime perfino nella famiglia reale, e scandali finanziari, con fondi dell'Accademia assegnati irregolarmente al marito della giurata Katarina Frostenson (marito che sarebbe poi il molestatore Jean-Claude Arnault). A questo si deve aggiungere un'inchiesta su gravi violazioni finanziarie, che ha causato le dimissioni della presidentessa Sara Stridsberg. La polizia indaga anche per fughe di notizie sui nomi dei vincitori che avrebbero favorito alcuni scommettitori nell'ultimo decennio. Sarà per questi traffici che sono rimasti a bocca asciutta eterni favoriti come Philip Roth, Murakami e il nostro Claudio Magris? Infine, per non farsi mancar nulla, la stampa svedese insinua che sarebbe stata pilotata la vittoria di due scrittori francesi. Sono Jean-Marie Gustave Le Clézio (che sorprese tutti) nel 2008 e Patrick Modiano (che sorprese molti) nel 2014. Molti accademici hanno rassegnato le dimissioni, anche se questa eventualità non sarebbe prevista dall'attuale regolamento. Il Re modificherà lo statuto per poter sostituire i fuggiaschi.

Nel frattempo, l'Accademia di Svezia ha motivato la sospensione del Premio con una dichiarazione che sposa la causa del #metoo, il movimento femminista di protesta contro le molestie (franato, in qualche caso, in una caccia alle streghe con i pantaloni). Gli accademici hanno spesso usato il bilancino per valorizzare scrittori del Terzo mondo in nome del multiculturalismo (e non sempre della buona scrittura). Le motivazioni del Premio poi scavano quasi sempre nel politicamente corretto. Tutto questo nonostante moralismo e letteratura non siano mai andati d'accordo. Basta ricordare che sono stati accusati di immoralità, per motivi diversi, grandi autori come Céline, Pierre Drieu La Rochelle, Jean Genet, Günter Grass, il marchese De Sade, Pier Paolo Pasolini, Cervantes, Lewis Carroll, William Burroughs, Paul Verlaine, Rimbaud. E ce ne sarebbero mille altri. I libri poi... Sono finiti nel mirino capolavori come Lolita, Madame Bovary, I fiori del male, L'amante di Lady Chatterley.

Questa volta, però, il politicamente corretto sembra una copertura per nascondere i guai veri. Qui libri e scrittori sono innocenti. La questione è un'altra: il sedicente tempio della letteratura nobile è crollato. Dagli storici e coraggiosi premi a Aleksandr Solzenicyn o Boris Pasternak siamo passati agli illeciti, alle scommesse, ai palpeggiamenti e all'omertà. Ce n'è abbastanza per dire che il Premio Nobel sia stato sgominato come una Banda Bassotti qualsiasi. A dire il vero il «tempio» svedese era già stato dissacrato da scelte come Dario Fo e da vicende tragicomiche come quella recente del riluttante Bob Dylan. Lo ricostruiranno riuscendo a sbrogliare questo intrigo a Stoccolma? Pare di sì.

In alternativa, si potrebbe cogliere l'occasione per abolire ogni premio letterario, dalla Groenlandia alla Terra del Fuoco. Mettere in competizione i libri è un'offesa ai lettori, agli autori e alla letteratura in generale. Senza contare che spesso c'è il trucco anche nei premi di interesse rionale.

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