In classe ci sono 18 immigrati e una sola bambina è italiana

In una scuola elementare di Modena una bimba è l'unica italiana. La madre: "Questa non è integrazione". L'assessore: "Non fermiamoci al cognome"

In classe ci sono 18 immigrati e una sola bambina è italiana

Un po' come se fosse una bandiera. La ridotta degli italiani. In una scuola elementare di Cittadella, a Modena, una bambina è rimasta l'unica italiana in una classe con 18 bimbi di origine straniera.

Facciamo un passo indietro. L'anno scorso nella stessa classe erano presenti 23 alunni, quindi almeno sei erano con genitori nati nel Belpaese. Quest'anno, però, alcune famiglie sono fuggite da quella classe troppo multietnica in cui essere italiani ti metteva direttamente in minoranza. E così ne è rimasta solo una a tenere alta la bandiera Tricolore. I genitori, ovviamente, hanno portato all'attenzione del pubblico questa anormalità.

"Io non ho paura dello straniero - spiega la madre alla Gazzetta di Modena - ma vorrei che la scuola funzionasse correttamente. Nella situazione che si è venuta a creare è invece impossibile lavorare. Ho chiesto più volte di essere ricevuta anche dalla preside, che mi ha dato appuntamento e poi non si è presentata, preferendo poi dirmi al telefono non c’era nulla da chiarire perchè i compagni di mia figlia sono comunque nati in Italia". E in effetti se passasse lo ius soli ora in discussione al Senato, quei bimbi sarebbero italiani a tutti gli effetti. Cosa che non ridurrebbe però il problema: secondo quanto riportato dal quotidiano locale, infatti, gli alunni di quella classe avrebbero alcuni problemi a parlare l'italiano. Cosa non certo positiva per una bambina che va a scuola proprio per imparare a parlare bene la propria lingua. E non quella di altri Paesi.

La famiglia della piccola non si sente razzista. Anzi: "Lo dimostra il fatto che siamo rimasti in questa scuola nonostante altri abbiano preferito andarsene - dice la madre - Vorremmo però che la scuola fosse un posto dove davvero si pratica l’integrazione. Una classe concepita in questo modo significa non avere minimamente presente quello che succede tra i nostri ragazzi.

Ai problemi di relazione, che sono enormi, aggiungiamo anche quelli di apprendimento, perchè in una situazione del genere stare al passo col programma è impossibile". Secondo l'assessore all'istruzione Gianpiero Cavazza, però, i bambini nati da immigrati conoscono bene l'italiano. "Non ci fermiamo al cognome", spiega.

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