Il Comune gli deve 7 centesimi, falegname costretto a fare fattura

Lo sfogo del falegname contro il Comune di Pesaro: "Per incassare 0,07 centesimi, ho speso 25 euro, ossia 357 volte di più di quello che ho ricevuto"

Il Comune gli deve 7 centesimi, falegname costretto a fare fattura

Quei 7 centesimi comparsi nella fattura elettronica sono costati molto a Ermes Valentini, 72enne imprenditore del legno di Fano. Lo scorso febbraio, l'uomo è stato incaricato dal Comune di Pesaro di fornire dei pannelli per lavori urgenti di falegnameria.

A fine lavori, il 72enne ha inviato la fattura elettronica all'ufficio economato del Comune. Valore della commessa: 1.215 euro che sono aumentati di 7 centesimi (1.215,07 euro) per arrotondamento automatico.

Come riporta il Resto del Carlino, all'uomo viene recapitata dall’ufficio finanziario del Comune una mail che lo avverte della sospensione della liquidazione del dovuto. "...in relazione al pagamento della vostra fattura del 10 ottobre 2018, si richiede l’emissione di nota di accredito di importo totale pari ad euro 0,07 (di cui 6 centesimi di imponibile e 1 centesimo di iva) da collegare alla fattura di 1.215 euro - si legge nella mail -. Nella determina di spesa numero 446, l’importo della fornitura era pari a 1.215 euro. Avendo fatturato una somma superiore di 7 centesimi a quella impegnata da questo Servizio, non vi è la disponibilità di cassa in quanto l'importo determinato era di euro 1.250 comprensivo di iva al 22 per cento, ossia 7 centesimi inferiore".

Così il signor Valentini si è recato dal commercialista "per fare una fattura elettronica di 0,07 centesimi di euro ed inviarla al Comune.

Il commercialista ha chiesto e ottenuto per il servizio 25 euro di parcella. Per incassare 0,07 centesimi, ho speso 25 euro, ossia 357 volte di più di quello che ho ricevuto. Ma solo così potevo essere liquidato dei 1.215 euro per la commessa dei pannelli".

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