Cronache

Concordia, Schettino: "Sarò l’unico a pagare. Non cerco perdono"

La versione dell’ex comandante: "Mi sono scusato in privato con le famiglie delle vittime. L’Isola dei Famosi? Volevo un’offerta scritta per esibirla e stracciarla"

Concordia, Schettino: "Sarò l’unico a pagare. Non cerco perdono"

Dopo le polemiche degli ultimi giorni e soprattutto dopo la condanna a 16 anni per il naufragio della Costa Concordia torna a parlare Francesco Schettino. "L’Isola dei famosi no. Manco a parlarne. A ballare e cantare sull’Isola dei famosi no. Almeno questo non me lo merito", afferma in un'intervista al Corriere.
Dallo scherzo de Le Iene, la finta trattativa per una partecipazione di Francesco Schettino al programma dei naufraghi più o meno celebri, fatta con un sedicente procuratore altri non era che Francesco, figlio del suo ex avvocato Domenico Pepe - una trovata che gli vale la nuova richiesta d’arresto.

"Parto da qui, perché quando uno è disperato, non gli resta che la dignità. Da quella notte a oggi sono stato tradito da tanti, a cominciare da chi mi doveva difendere, ma non dalla mia dignità. Da giorni sto assistendo nelle trasmissioni del pomeriggio a un tentativo di massacro, per una cosa che mai ho pensato di fare. E nonostante le mie smentite, a costo di fare audience, si continua a offrire una versione torbida di una storia invece chiara e documentata. Una cosa impietosa, feroce, falsa. A febbraio, con il processo in corso, il mio avvocato mi ripropose questa possibilità, dopo che gli avevo già dato risposta negativa ad agosto". Poi prova a difendersi: "Volevo capire il perché di tanta insistenza. Un giorno mi chiama il figlio, e mi dice che sono disposti a pagare due milioni di euro. Gli ribattei che rigettavo tutto a priori. Avevo intenzione di esibire pubblicamente il mio diniego, e quindi che si facesse fare una proposta scritta, così finalmente l’avrei esibita e stracciata".

Infine parla delle vittime del naufragio: "Li ho tenuti fuori dallo schifo. Ho voluto parlare il giorno della sentenza per rendere omaggio a quelle povere persone. L’ho deciso perché i magistrati avevano detto in aula che non mi ero cosparso il capo di cenere.

Il solo fatto che non sono riuscito a leggere fino in fondo quel che avevo scritto le può far capire quello che provo".

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