Confessa l'assassino dell'uomo carbonizzato: omicidio per un telefonino

L'arrestato si chiama Marco Longo, 33 anni, nato e residente a Piombino, senza precedenti penali, di professione guardia giurata

Confessa l'assassino dell'uomo carbonizzato: omicidio per un telefonino

Ucciso, poi carbonizzato. Tutto per un telefonino. Così ha confessato l'omicidio, che sarebbe scaturito a causa di un debito non pagato per un telefono cellulare, il cittadino italiano arrestato la notte scorsa dai carabinieri di Livorno.

L'accusa è di aver ucciso e dato fuoco al tunisino Fadhel Hamdi, 32 anni, all'alba del 21 novembre scorso all'interno del suo appartamento di Piombino, al secondo piano di un alloggio popolare in via Ferrer. L'arrestato si chiama Marco Longo, guardia giurata di 33 anni, nato e residente a Piombino, senza precedenti penali.

Quanto al movente del delitto, Longo ha parlato di una sorta di debito non onorato. La guardia giurata avrebbe comprato un telefono cellulare di elevato valore per il tunisino, il quale poi non gli avrebbe restituito i soldi. Una versione che non avrebbe del tutto convinto gli investigatori. Quanto alle monete lasciate sugli occhi del cadavere del tunisino, Longo ha ammesso di averlo fatto ma non ha dato una spiegazione. L'arrestato è stato condotto nel carcere a Livorno.

Gli investigatori hanno controllato le conoscenze e le amicizie del tunisino, con precedenti per spaccio di sostanze stupefacenti. E dai controlli è emerso che Longo era amico di Hamdi, che frequentava spesso. E durante le verifiche negli ambienti frequentati da Longo, è emerso ieri che la guardia giurata aveva confessato, di fatto, ad alcuni amici, vicini di casa, di essere stato lui l'autore dell'omicidio del tunisino.

Portato in caserma, Longo, assistito dal suo avvocato, ha confermato le accuse

e ha confessato il delitto davanti al pubblico ministero Fiorenza Marrara. Longo ha confessato di aver sparato tre colpi di arma da fuoco contro Hamdi, di aver poi legato il suo corpo al letto e quindi gli ha dato fuoco.

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