Cronache

Scordatevi riaperture a gennaio Ecco perché tutto resterà chiuso

Il report dell'Iss delinea nuove preoccupazioni per la cirva epidemiologica: gli esperti consigliano la linea di rigore anche dopo le festività

Scordatevi riaperture a gennaio Ecco perché tutto resterà chiuso

L'Istituto superiore di sanità mette in guardia: non ci dovrà essere nessun "liberi tutti" alla fine delle feste. Questo è il messaggio che trapela dal report dell'Iss sull'epidemia, che nonostante una flessione rilevata in precedenza continua a essere preoccupante. Si inizia a vedere uno spiraglio in fondo al tunnel grazie ai vaccini ma la strada è ancora lunga e un nuovo aggravamento della curva epidemiologica del coronavirus potrebbe influire proprio sul processo di vaccinazione. Sebbene la situazione sia migliorata rispetto a ottobre e novembre, i dati dicono che è in atto una nuova inversione di tendenza con una ripresa, seppur lieve, della corsa dell'epidemia, che dev'essere attestata il prima possibile.

"Continua il segnale di controtendenza nell'indice di trasmissione segnalato nelle due precedenti settimane nell'intero Paese. Questo si realizza in un contesto europeo caratterizzato da un nuovo aumento nel numero di casi in molti paesi Europei e la comparsa di varianti virali segnalate con una potenziale maggiore trasmissione. L'epidemia in Italia si mantiene grave ancora a causa di un impatto elevato sui servizi assistenziali", dice l'Istituto superiore di sanità nella bozza del monitoraggio che fa riferimento al periodo 21-27 dicembre. Quei dati sono frutto dei primi allentamenti delle misure messi in atto a dicembre e, infatti, l'Iss sottolinea che "l'incidenza in Italia rimane ancora molto elevata e l'impatto dell'epidemia è ancora sostenuto nella maggior parte del Paese. Il valore è ancora lontano da livelli (50 casi per 100.000 in sette giorni) che permetterebbero il completo ripristino sull'intero territorio nazionale dell'identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti".

L'unica strada attualmente percorribile per evitare che la situzione degeneri e porti a una nuova ondata di decessi, con la coda della seconda ondata che ancora miete centinaia di morti ogni giorno, la traccia l'Iss, ribadendo che si "conferma la necessità di mantenere nel tempo la linea di rigore delle misure di mitigazione adottate nel periodo delle festività natalizie". Il ben noto indice Rt del Paese è tornato a salire e si avvicina pericolosamente a 1 a livello nazionale, attestandosi attualmente a 0,93. È la terza settimana consecutica che si registra un incremento, dopo alcune settimane di discesa. Sono 4 le regioni che preoccupano maggiormente: Basilicata, Calabria, Liguria e Veneto. Qui, l'indice Rt è superiore a 1, mentre in Puglia e in Lombardia è tornato a 1. "La Regione Veneto oltre ad un Rt puntuale maggiore di uno si accompagna ad una incidenza particolarmente elevata. Nella settimana di monitoraggio si osserva una diminuzione generale del rischio, principalmente dovuta a una lieve riduzione nei tassi di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e aree mediche", spiega l'Iss. L'Istituto superiore di sanità, poi, fa un monito: "La settimana in valutazione è quella natalizia ed è stata caratterizzata da un numero particolarmente basso di tamponi nelle giornate festive. Questo potrebbe influenzare la stima dell'incidenza e della velocità di trasmissione".

È proprio il Natale a preoccupare maggiormente gli esperti, perché "è complesso prevedere l'impatto che potrebbe avere il periodo di feste natalizie, tuttavia le aumentate mobilità e interazione interpersonale tipica della socialità di questa stagione potrebbero determinare un aumento rilevante della trasmissione di Sars-CoV-2. Nella situazione descritta, questo comporterebbe un conseguente rapido aumento dei casi a livelli potenzialmente superiori rispetto a quanto osservato a novembre". Per questo motivo si ribadisce la necessità di "mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone.

È fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie".

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