Coronavirus, gli Stati Uniti scommettono sullo studio italiano

Il brevetto di un veterinario che lavora all'Università di Camerino è stato depositato a Washington: "Entro un mese avremo i primi risultati"

Coronavirus, gli Stati Uniti scommettono sullo studio italiano

Lo studio anticoronavirus, uno dei tanti che vengono svolti in questo periodo di pandemia, lascia ben sperare. Il brevetto è stato depositato a Washington e gli Usa sperano in una cura italiana. La terapia è al vaglio da alcuni ospedali statunitensi e canadesi. Diversi pazienti sono pronti a provarla. È a base di tre farmaci esistenti ed è stata progettata, appunto, in Italia. L’ha messa a punto nei laboratori dell’Università di Camerino un team di ricercatori coordinato dal professor Giacomo Rossi, 52 anni, medico veterinario livornese della Scuola di Bioscienze e Medicina veterinaria di Unicam. Lo scrive Repubblica.

Ecco come è andato lo studio. Il professor Rossi è partito dal coronavirus del gatto: una patologia grave e senza un vaccino. Da lì è approdato a un protocollo di cura per gli esseri umani che è stato acquisito dall’imprenditore Francesco Bellini, a sua volta scienziato, cofondatore della società canadese Biochem Pharmache ed ex presidente dell’Ascoli.

Il veterinario livornese, studiando il modo con il quale i coronavirus si legano alle cellule dell’ospite, si è accorto di una particolarità: il virus presenta un numero maggiore di legami con i siti di Ace2, il recettore cellulare che Covid-19 utilizza per entrare nelle cellule del polmone, dell’apparato digerente e del tratto genito-urinario dell’uomo. Questi siti, detti di glicosilazione, sono aree in cui molecole di zucchero semplice si legano a una proteina ancorata sulla membrana cellulare. "Ho notato che tutti questi siti sono costantemente legati all’ultimo amminoacido della proteina di membrana, l’Asparagina. Da qui l’idea di utilizzare un vecchio farmaco, noto agli oncologi, che lo usano nella terapia della leucemia acuta dei bambini, la L-Asparaginasi. È un enzima che, eliminando l’aminoacido Asparagina, taglia di fatto il legame del virus con il suo specifico recettore cellulare".

La medicina bloccherebbe l’infezione. Lo studio funziona? Ancora presto per dirlo. Questo farmaco, unito alla già nota Clorochina (usata per curare la malaria) e all’Eparina, che previene il danno acuto vascolare indotto dalla tempesta dell’infiammazione, copre in maniera completa l'infezione. Il professor Rossi ha rivelato di aver studiato sui lavori dei medici cinesi, i primi ad aver analizzato il coronavirus 2019, e di essere stato favorito dal forte legame dell’Università di Camerino con il mondo imprenditoriale marchigiano. Lo studio è stato infatti analizzato dall’imprenditore Bellini.

È nato

così il brevetto che, in tre giorni, è stato depositato a Washington. Alcuni ospedali statunitensi e canadesi lo stanno valutando. Spiega Rossi: "Entro un mese dovremmo avere i primi risultati".

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