Adesso la sinistra arma i pm e alza le barricate, ma c'era un tempo in cui sognava il ponte sullo Stretto. Agli smemorati Bonelli, Schlein e Fratoianni, rei di aver presentato un esposto alla procura di Roma sull'attività di realizzazione della grande opera, andrebbe ricordato di aver avuto dei compagni che non professavano la religione del «noismo» italiano ma al contrario ritenevano l'infrastruttura strategica per il Paese. Il primo amore si può fare risalire al 1983, anno in cui l'europarlamentare del partito comunista, Pancrazio De Pasquale, presentò una risoluzione per chiedere di «avviare al più presto uno studio per la progettazione di un collegamento tra la Sicilia e la Calabria» e di inserirlo tra le «priorità infrastrutturali del Vecchio Continente». Ci furono poi i socialisti Craxi e il ministro dei Trasporti, Claudio Signorile, che profetizzò: «Il Ponte si può fare. Entro il 1984 avremo gli studi di fattibilità; entro il 1986 verrà redatto il progetto di massima e per la fine dell'87 potremo avere il progetto esecutivo così da dare il via ai lavori per la costruzione». Persino Romano Prodi, quando era alla guida dell'Iri, si diceva certo che i lavori sarebbero cominciati al più presto anche «ricorrendo all'intervento privato e possibilmente di imprese meridionali». Passano gli anni ma quel sogno torna sempre a fare capolino a sinistra. D'Alema, nel febbraio 1996, diceva che il Ponte non avrebbe pesato sulle casse dello Stato, «in quanto capace di autofinanziarsi e sarebbe un volano per lo sviluppo del Meridione». Due anni dopo, sarà la volta di un altro pezzo grosso della sinistra: Vincenzo Visco. «Non vedo perché tutti i paesi del mondo hanno i ponti e l'Italia no», affermò sfidando qualcuno a dimostrargli il contrario. E che dire del candidato premier del centrosinistra Rutelli (nella foto)? Nel 2001 indicava il 2 giugno 2012 come data simbolo di inaugurazione e battezzava il ponte come «completamento di una grande sfida e simbolo positivo dell'Italia che si allunga».
La rassegna annovera poi deputati dem siciliani, il leader di Italia Viva Renzi e arriva fino ai giorni nostri dove - fatte salve pochissime eccezioni come il sindaco di Napoli Manfredi - i sognatori a sinistra sono praticamente estinti.
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