Non esiste nessun ius primae noctis: se sicostringe il neo-coniuge ad avere rapporti sessuali durante la prima notte di nozze è violenza sessuale. Lo ha stabilito, con una sentenza depositata lascorsa settimana, la Cassazione, sgombrando così il campo dal dubbio giuridico in merito appunto alla possibilità di violenza sessuale fra coniugi, anche se la costrizione avvenga durante la prima notte di nozze. La Suprema Corte si è così pronunciata nel caso di una coppia romana: lui 43 anni e lei 29 anni, che si era sposatanella primavera del 2010. Durante la prima notte di matrimonio, l’uomoaveva obbligato la moglie ad avere rapporti sessuali. La donna (che tral’altro in quei giorni aveva il ciclo mestruale) si era rifiutata, ma era stata fisicamente costretta dal marito.
Il matrimonio, rivelatosi un incubo per la moglie, era terminato dopo pochimesi di vita coniugale e la donna aveva in seguito sporto querela perviolenza sessuale. L’uomo in primo grado era stato condannato a un anno eotto mesi di reclusione, condanna poi confermata in appello. Adesso sonoarrivate le motivazioni della Suprema Corte.
"Se è vero che l’unione matrimoniale si fonda anche sui doveri di soddisfazione sessuale reciproca - scrivono i giudici ermellini - è altrettanto vero che l’articolo 609 bis del codice penale vieta qualsiasiforma di costringimento idoneo a incidere sulla libertà di autodeterminazione della persona, a nulla rilevando l’esistenza di unrapporto di coppia coniugale". L’avvocato Gianluca Arrighi, difensoredella donna, ha spiegato: "Il rifiuto di un coniuge a consumare rapportisessuali con l’altro, se reiterato ed ingiustificato, è una condottavalutabile soltanto ai fini di un eventuale addebito della separazione, manon può mai giustificare atti di violenza.
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