Cronache

Quanto durano gli anticorpi

Si moltiplicano gli studi per sapere quanto durano gli anticorpi dopo aver contratto Sars-Cov-2 e dopo le vaccinazioni: ecco quali sono le risposte degli esperti

Covid, quanto durano gli anticorpi

Forse è la più importante domanda che non trova ancora la risposta definitiva di scienziati e Medicina: ma quanto durano gli anticorpi che ci proteggono dal Covid-19? E poi, che differenza c'è tra quelli prodotti dal vaccino e quelli che si sviluppano dopo aver contratto l'infezione? Il lavoro mondiale non si ferma e trova nuove evidenze, forse quelle decisive.

Cos'è la "patente di immunità"

Il prof. Giovanni di Perri, virologo e responsabile del Reparto di Malattie Infettive dell’Amedeo di Savoia di Torino, intervistato da La Stampa ha spiegato che gli asintomatici avrebbero sviluppato una "memoria" immunitaria maggiore "rispetto a chi non si è mai ammalato e si è poi vaccinato". Per la prima categoria, cioè coloro i quali hanno avuto la malattia da Sars-Cov-2, la possibilità di infettarsi nuovamente è estremamente bassa e la loro "patente di immunità", come la chiama Di Perri, potrebbe durare anni. Il professore, e tutti noi, sottolineamo una cosa fondamentale a scanso di equivoci: i vaccini sono l'unica arma in grado di fermare, a priori, il virus. Non bisogna pensare di infettarsi per avere poi anticorpi più duraturi, sarebbe una follia. Di Perri ci ricorda che tanti 30enni e 40enni sono finiti in terapia intensiva e poi morti. "I vaccini sono e restano fondamentali", ribadisce.

Lo studio sulla durata

L'ultimo studio di una certa importanza internazionale sulla durata degli anticorpi arriva dalla Southern University of Science and Technology di Shenzhen, in Cina. I ricercatori hanno affermato che i coronavirus umani stagionali "inducono risposte anticorpali di breve durata e la reinfezione con lo stesso coronavirus si verifica frequentemente nei 12 mesi successivi": è il caso, ad esempio, del virus influenzale. Le buone notizie, però, arrivano per i due coronavirius che causano malattie gravi come Sars e Mers che "inducono risposte anticorpali più forti e durano fino a 3 anni", spiegano i ricercatori. Nel caso di Sars-CoV-2, però, anche se fa parte della stessa famiglia Sars, non esistono ancora dati definitivi.

A questi risultati si è giunti dopo aver seguito 214 persone per 16 mesi. Studiando l'andamento dei loro anticorpi, specie le Immunoglobuline IgG che rappresentano circa il 70-80% di quelle totali, si è visto che il "picco" della risposta immunitaria si raggiunge dopo tre mesi per poi avere un calo fino a raggiungere una certa stabilità. Però, non per tutti e 214 la situazione è stata la stessa: dopo un anno, il 14% di chi aveva avuto un'infezione lieve e il 50% degli asintomatici è come se non avesse più anticorpi. Negli ultimi tempi, un gruppo di ricercatori italiani ha progettato una nuova tecnologia per controllare il livello di anticorpi neutralizzanti contro il Covid: i primi risultati li consoceremo tra qualche tempo.

Ecco da cosa dipende

Tutto, o molto, dipende "dall'ampiezza della risposta" anticorpale, aggiunge Di Perri: significa che l'organismo che ha affrontato la malattia "ha una 'visione' più globale del virus, la stessa cosa non si può dire di chi è solo vaccinato" che avrebbe "una visione parziale. Lo ripeto, però, non bisogna fare confusione: vaccinarsi è fondamentale perché ad oggi nessuno è in grado di dire chi è immune geneticamente dal Covid". Come abbiamo visto in un approfondimento del Giornale.it dove abbiamo intervistato il Prof. Giuseppe Novelli, genetista e rettore dell'Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", lo studio della genetica diventa fondamentale per capire anche la durata. La pensa allo stesso modo anche il prof. Roberto Cauda, direttore dell’Unità operativa complessa (Uoc) di Malattie Infettive del Policlinico Gemelli e consigliere scientifico dell’Agenzia europea del farmaco. "Ci arriveremo, lo faremo con la medicina di precisione che andrà ad indagare l’aspetto genetico di ognuno di noi", afferma a La Stampa. "Lo studio sui marcatori genetici ci dirà, un giorno, chi probabilmente è immune a Sars Cov-2 un po' come avvenuto, tempo fa, per l’Hiv".

A cosa serve il sierologico

Chi pensa di ricorrere al test del sangue per "calcolare" se e quanti anticorpi abbia nel proprio organismo è fuoristrada. "Non esiste, ad oggi, un livello di anticorpi, misurato secondo standard internazionali, che assicuri una protezione nei confronti del Sars-Cov-2 nelle sue varianti, né che possa indicarne la durata", spiegano gli esperti. Inizialmente, prima della campagna vaccinale, servivano per capire se gli asintomatici avessero incontrato il Covid senza accorgersene.

Oggi, con oltre il 90% di vaccinati, il test sierologico non è consigliato o raccomandato da nessuna linea guida dell'Istituto Superiore di Sanità.

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