Coronavirus

Covid, ipotesi Green pass anche nel 2022

In teoria l’obbligo della certificazione verde dovrebbe scadere a fine dicembre. Ma già si starebbe pensando di estenderlo almeno fino a metà del prossimo anno

Covid, ipotesi Green pass anche nel 2022

Per cercare di arginare un possibile ritorno del Covid, dato che i contagi e i ricoveri sono in questo momento in leggera risalita, si starebbe pensando di estendere l’obbligo del Green pass almeno fino alla prima metà del 2022. La certificazione verde, che dovrebbe scadere alla fine di dicembre, potrebbe invece fare il suo ingresso anche nell’anno nuovo. Sia per difendere la popolazione da una nuova ondata epidemica, sia per cercare di spingere con la terza dose di vaccino, per il momento riservata a sanitari, over 80 e Rsa. L’obiettivo sarebbe quello di arrivare così al 90% di over 12 immunizzati con due dosi, soglia fissata dal generale Figliuolo.

Estensione del Green pass

Come detto, in teoria il Green pass dovrebbe andare in pensione a fine dicembre, così come lo stato di emergenza. A scadere sarebbero anche tutte le norme relative al certificato verde e l’obbligo di esibirlo dove attualmente richiesto. Nulla però sarebbe ancora stato deciso e già tecnici e governo starebbero pensando di estendere il Green pass anche nel 2022, almeno per i primi sei mesi. Questa decisione potrebbe essere presa in virtù di due fattori. Prima di tutto perché il Green pass sembra funzionare bene nel cercare di arginare la diffusione del virus. In Italia infatti la situazione è migliore rispetto ad altri Paesi, soprattutto quelli dell’Europa dell’Est, dove i contagi continuano ad aumentare e i governi stanno pensando di adottare lo stesso provvedimento. In secondo luogo perché l’obbligo della certificazione verde ha dato una spinta in più alla campagna vaccinale, dove l’86% della popolazione, ovvero 46,5 milioni di italiani over 12, ha ricevuto almeno una dose di vaccino. Presto si potrebbe pensare di riuscire ad arrivare al tanto sperato 90%.

La decisione della Francia

Come riportato da Ilsole24ore, l’Italia potrebbe non essere l’unico Paese che sta pensando di allungare la vita al certificato verde. A metà ottobre la Francia, primo Paese europeo ad aver adottato la sua obbligatorietà, ha deciso di approvare una legge per consentire al governo di poter estendere il Green pass fino al 31 luglio 2022. C’è comunque da dire che i cugini francesi, a differenza dell’Italia, non hanno esteso l’utilizzo per accedere ai luoghi di lavoro. Questo particolare è stato spesso utilizzato nelle manifestazioni dei No pass. Nel nostro Paese sono centinaia di migliaia le persone che devono fare un tampone ogni 48 ore per poter lavorare. Basti pensare alle lunghe file che si formano davanti alle farmacie e al numero di test eseguiti quotidianamente, tra i 400 e i 600mila. I prezzi, almeno fino alla fine di dicembre, sono calmierati: in media 15 euro, 8 euro per gli under 18.

Perché allungare la vita al certificato verde

La certificazione sembra essere al momento lo strumento migliore per arginare il rischio di diffusione del Covid, consentendo alla popolazione di poter avere una vita quasi normale. Ristoranti, palestre, teatri, cinema, piste da sci e altre attività sono infatti accessibili grazie all’esibizione della certificazione. In più l’estensione potrebbe dare una spinta alla campagna vaccinale delle terze dosi, soprattutto per i soggetti a rischio. L’efficacia del vaccino andrebbe infatti a diminuire dopo circa 6 mesi dalla seconda inoculazione.

Intanto la terza dose ha già raggiunto oltre 1 milione di persone, tra sanitari, over 80 e Rsa, che sono in totale circa 7 milioni. Allargarla, prima agli over 60 e poi al resto della popolazione, potrebbe essere un flop. Coloro che hanno fatto la seconda dose tra febbraio e maggio scorsi avrebbero il certificato valido fino alla prossima primavera, un anno dopo.

Se il Green pass dovesse divenire obbligatorio fino all’estate dovrebbero sottoporsi alla terza dose.

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