Ieri le banche hanno ripreso a soffrire, eccome, in Borsa. Anche quelle, come Intesa, che sono state giudicate dai controlli europei (stress test) tra le più solide al mondo. Ciò avviene, per di più, all'indomani delle roboanti dichiarazioni di Matteo Renzi sul salvataggio del Monte dei Paschi di Siena, la grande malata.
I mercati hanno ripreso a non fidarsi più dell'Italia. Passare uno stress test conta poco: i rischi che ci riserva il futuro, come i cigni neri, non sono prevedibili da un modello statistico-matematico. Sono imprevedibili. Certo, essere bocciati a un test vuol dire essere messi male, già oggi. Questi famigerati stress test sono dunque un termometro che misura la temperatura oggi, ma non la forza dei nostri anticorpi, come pretendono di fare.
E allora cosa sta succedendo? Semplice: nessuno si fida del salvataggio di Mps. Le sue azioni, ieri, hanno tenuto solo perché si tratta di un titolo che non si può vendere allo scoperto, e la cui capitalizzazione è talmente ridotta (20 volte meno di Intesa) che i suoi movimenti sono determinati da pochi scambi. Eppure, tutti dicono che Jp Morgan e Atlante hanno salvato la banca senese? Col cavolo. In un mondo, si veda Mediaset-Vivendi, in cui si stracciano persino i contratti firmati, qualcuno si fida forse del fatto che la banca d'affari americana tra sei mesi porti a Siena i cinque miliardi promessi, posto che non ha firmato alcuna garanzia vincolante? Ci possiamo, al massimo, sperare. Non siamo in un mercato che vive di speranze; in sei mesi, il mondo cambia. Pensate che Jp Morgan abbia qualche obbligo morale con Renzi? Pazzi, se lo credete. Mps non è ancora al sicuro e quindi non è scongiurato il rischio sistemico per le nostre banche. Anche quelle che godono di migliore forma.
C'era un'alternativa? Certo. Invece di mettere in piedi questo cervellotico piano di salvataggio di cui nessuno si fida (che, nota Luigi Zingales, peraltro prevede aiuti di Stato) si sarebbe dovuto tagliare la testa all'orso, quello che tira giù i mercati borsistici: già che c'eravamo, fare un vero e proprio salvataggio di Stato. Certo a Bruxelles ci vorrebbe un politico, non un degnissimo economista come Padoan, che non può certo rompere con le tecnocrazie da cui proviene e dalle quali ritornerà.
Il rischio è che come dieci anni fa abbiamo sottovalutato la condizione delle nostre banche non ricapitalizzandole, mentre tutti gli Stati lo facevano, anche oggi commettiamo lo stesso errore di presunzione: ci ostiniamo a curare una polmonite con l'aspirina.
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