La curiosità è cosa bella e rara, e indica vita e amore per la vita. Sua nemica è la pigrizia, che si manifesta come abitudine e indifferenza. Io soffro che le tante cose belle che il destino mi ha condotto a conoscere non le abbiano viste, o non le possano vedere, tutti.
Così ieri, mentre Urbino si illuminava dei dipinti e delle parole di Lalla Romana in un'imperdibile mostra nella Casa della poesia, ho incrociato una bella ragazza mora che consumava il suo tempo davanti a un bar, e l'ho invitata a seguirci per vedere, nella nuova Galleria Albani, fra le potenti incisioni di Arnaldo Pomodoro, una vera festa per gli occhi e per il gusto, le torte di Anna Gardu, sofisticata artista in equilibrio tra scultura e pasticcieri. Le ho descritto le meraviglie di Anna e si è incuriosita, sembrava avere capito. Ma non è venuta. Ha preferito continuare a perdere la sua vita.
Più giù ho trovato una giovane e minuta ragazza che si era appena laureata ed era con tutti i suoi familiari.
L'ho invitata a festeggiarsi, ed è scesa, con i suoi, nello spazio sorprendente della galleria, dove pannelli di mandorla e zucchero, con i colori di Urbino, accoglievano visitatori curiosi presto introdotti a una tavola così ricca di dolci da rendere allegri anche gli infelici e gli afflitti. Il talento di Anna Gardu è così immediato che non si può non riconoscere con gratitudine. Triste perderlo per difetto di curiosità. Voglio dirlo: tutta l'umanità dovrebbe essere come Paola, che non se ne perde una.
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