"Denise è qui". Non c'è pace per la bimba sparita nel nulla

Il messaggio: «Mamma, sono io» e una telefonata riaprono il caso

"Denise è qui". Non c'è pace per la bimba sparita nel nulla

«Colpo di scena». L'ennesimo. Che porterebbe al «ritrovamento» di Denise Pipitone, la bimba di 4 anni scomparsa davanti casa della nonna l'1 settembre 2004 a Mazzara del Vallo. È una traccia che porta in Basilicata. Una nuova pista? Più probabilmente un tratturo verso il nulla. Ma la verità può nascondersi anche in un vicolo cieco. Il giallo si riapre. Almeno da un punto di vista mediatico. Sotto il profilo giudiziario, infatti, il caso è in totale stallo. Ma le ultime «rivelazioni» della trasmissione «Chi l'ha visto?» potrebbero servire a sbloccare l'impasse (da queste parti è già accaduto con l'inchiesta su Elisa Claps).

Tutto ruota attorno a un messaggio che Piera Maggio, la mamma di Denise, ha ricevuto nell'agosto scorso nella sua bacheca Facebook: «Sono Denise, mamma». Parole corredate da una foto di una misteriosa 14enne «somigliante a Denise».

Questa ragazzina esiste davvero?

Il messaggio è partito da un paesino in provincia di Potenza e una giornalista di «Chi l'ha visto?» è riuscita a risalire alla giovane che si celava dietro quel profilo virtuale. Contatta al telefono, però, la presunta Denise ha negato di essere lei l'autrice del messaggio, salvo poi aggiungere un sibillino: «Ok scusa ma se adesso Denise è qua voi la venite a prendere?».

Dopo l'appello lanciato nel corso del programma condotto da Federica Sciarelli, spunta un altro «signor X». Si tratta di un anonimo «dall'eloquio forbito» che ha telefonato alla redazione Rai del «Tgr Basilicata» per confermare di «aver riconosciuto la ragazza nella foto sul profilo Facebook da cui è partito il messaggio per la madre di Denise».

E poi: «È lei, Denise, e vive qui in un centro del Potentino con una famiglia arrivata in regione da qualche anno».

Altra strana coincidenza: il cognome straniero della «sosia» di Denise indicato sul social network, coincide con quello trascritto nelle carte dell'inchiesta del capo di un campo rom vicino Mazzara del Vallo, dove la bimba venne cercata inutilmente qualche giorno dopo la sua scomparsa. Sullo sfondo un percorso giudiziario accidentato che ha cercato, dopo aver escluso l'ipotesi del rapimento da parte della comunità nomade, di scandagliare la pista della vendetta (o meglio, faida) familiare. Tanti sospetti. Ma nessuna condanna. Anzi, proprio poche settimane fa, l'assoluzione bis di Jessica Pulizzi, sorellastra di Denise Pipitone.

Il procuratore generale di Palermo aveva chiesto 15 anni di reclusione per sequestro di persona.

Durante il processo d'appello era emersa anche un'intercettazione ambientale del 2004, in cui Jessica avrebbe accusato sua madre di aver ucciso Denise («Quanno eramu 'ncasa, a mamma l'ha uccisa a Denise»). Un'intercettazione considerata rilevante da cui sarebbe già partita una nuova inchiesta della Procura di Marsala.

Il mistero della scomparsa di Denise continua.

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