Diabete, pigrizia e familiarità tra i fattori di maggior rischio

La malattia di «tipo 2», quella più comune, si presenta dopo i 30-40 anni. Le complicanze

di Luigi Cucchi

Sono oltre 3,2 milioni gli italiani che soffrono per il diabete, il 5,4% della popolazione ne è colpito. Senza contare coloro che hanno la malattia ma ancora non lo sanno. «Il diabete è in forte crescita, sia quello infanto-giovanile sia quello degli adulti. Ormai riguarda quasi una famiglia italiana su 6. Per far conoscere la malattia, ma anche e soprattutto sensibilizzare alla prevenzione, possibile per il diabete di «tipo 2», l'Associazione italiana diabetici (Fand) ha organizzato in ottobre, nelle principali città, attraverso cento Onlus, una serie di iniziative che puntano a far comprendere come ridurre le gravi complicanze. Molti gli eventi di controllo nelle piazze per verificare glicemia, pressione e indice di massa corporea. L'idea della Giornata del diabete fu del fondatore dell'Associazione Fand, Roberto Lombardi, che nel 1985 si proponeva di sensibilizzare le istituzioni. In questo trentennio, è stata promulgata la legge 115 del 1987 che tutela le persone con diabete, è avvenuto il riconoscimento dell'esenzione dal ticket per gli esami, è stato approvato nel 2013 il Piano nazionale per la malattia diabetica, per favorire prevenzione, assistenza e cura.

Egidio Archero, presidente nazionale Fand, ha dichiarato:«I nostri amministratori non devono tagliare strutture diabetologiche e presidi terapeutici; ne pagheremmo le conseguenze, in termini di peggioramento della salute dei cittadini con diabete e aumento esponenziale dei costi per la sanità allo scopo di far fronte alle complicanze della malattia causa di aumento di ricoveri e accessi al pronto soccorso».

Il diabete è una malattia cronica caratterizzata dalla presenza di elevati livelli di glucosio nel sangue (iperglicemia) e dovuta a un'alterata quantità o funzione dell'insulina, un ormone prodotto dal pancreas, che consente al glucosio l'ingresso nelle cellule e il suo conseguente utilizzo come fonte energetica. Quando questo meccanismo è alterato, il glucosio si accumula nel circolo sanguigno.

Il diabete di «tipo 1» si manifesta già nell'infanzia o nell'adolescenza: il pancreas non produce insulina a causa della distruzione delle cellule ß che producono questo ormone. Occorre iniettarlo ogni giorno e per tutta la vita. La causa del diabete «tipo 1» è sconosciuta, ma certa è la presenza nel sangue di anticorpi diretti contro antigeni presenti a livello delle cellule che producono insulina. Questo danno, che il sistema immunitario induce nei confronti delle cellule che producono insulina, potrebbe essere legato a fattori ambientali oppure genetici, individuati in una predisposizione a reagire contro fenomeni esterni, tra cui virus e batteri.

Il diabete di «tipo 2» è la forma più comune e rappresenta circa il 90% dei casi. La causa è ancora ignota, anche se è certo che il pancreas è in grado di produrre insulina, ma le cellule dell'organismo non riescono poi a utilizzarla. La malattia si manifesta dopo i 30-40 anni e numerosi fattori di rischio sono stati riconosciuti associarsi alla sua insorgenza. Tra questi: la familiarità per diabete, lo scarso esercizio fisico, il sovrappeso e l'appartenenza ad alcune etnie.

Riguardo la familiarità, circa il 40% dei diabetici di «tipo 2» ha

parenti di primo grado (genitori, fratelli) affetti dalla stessa malattia, mentre nei gemelli monozigoti la concordanza della malattia si avvicina al 100%, suggerendo una forte componente ereditaria per questo tipo di diabete.

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