"Da donna vi spiego perché a Verona difenderemo il gentil sesso"

Maria Rachele Ruiu è nel team degli organizzatori del Congresso delle famiglie. E ritiene che a Verona saranno proprio le donne a essere difese

"Da donna vi spiego perché a Verona difenderemo il gentil sesso"

Maria Rachele Ruiu si era già fatta conoscere ai tempi del Family Day che giurò di "ricordarsi" dell'approvazione della legge Cirinnà sulle unioni civili. Oggi è cresciuta e da donna, oltre che da referente nazionale di Generazione Famiglia, prenderà parte al discusso Congresso delle famiglie di Verona. Quello attorno al quale nasce una polemica al giorno. L'abbiamo intervistata, dopo aver sentito il vice presidente Jacopo Coghe, per comprendere quale siano gli obiettivi programmatici e idealistici dei pro life.

Maria Rachele Ruiu, lei è l'unica donna che partecipa all'organizzazione del Congresso mondiale delle famiglie?

"No, anzi! Il nostro team è pieno di donne. Immagini un evento del genere solo in mano a uomini? A parte gli scherzi, le mie diverse esperienze lavorative mi hanno straconvinta che proprio nelle differenti peculiarità, differenti sensibilità, nello sfruttare sia il maschile che il femminile, nell’alleanza tra gli uomini e le donne possono realizzarsi le cose più belle. Insomma, una ricchezza, una complementarietà irrinunciabile, anche 'a lavoro'. Come fareste senza il 'genio femminile' come lo chiamava san Giovanni Paolo Secondo?".

Perché vi tacciano di oscurantismo? Lei vuole che le donne italiane rimangano chiuse in casa?

"Sì, guardi. Una fatica ogni mattina spostare la catena con la quale mio marito mi lega a casa. Ma le pare? Nessuno tra di noi organizzatori vuole costringere le donne italiane, o di qualsiasi altra nazionalità, a restare a casa. In realtà non ho mai incontrato nessuno che lo pensasse. Ho incontrato, invece, gente che vorrebbe ridurre la donna ad un incubatrice che sforni figli per i più ricchi, sia che siano stipate in stanzette tipo polli in paesi meno sviluppati, sia che siano in cliniche supertecnologiche in America. Lei mi chiede il motivo di questa assurda e ridicola accusa? Immagino possa essere solo uno: provare a renderci così tanto irricevibili da rendere ragione ai continui sforzi antidemocratici di imbavagliamento. Si stanno sforzando molto per diffamarci e descriverci come non siamo. Ci svegliamo la mattina e apriamo i giornali e i social domandandoci: quale sarà la bugia di oggi?".

Qual è la visione della donna che avete intenzione di promuovere a Verona?

"Una donna libera. Libera di scegliere di fare la mamma e occuparsi esclusivamente della propria famiglia senza essere insultate vergognosamente come è accaduto alla mamma di Como con undici figli. Libera di scegliere di lavorare. Libera si scegliere di essere mamma e lavorare. Così come una che se deve essere libera di abortire lo sia consapevolmente: conoscendo cosa è l’aborto e quali conseguenze psicologiche e fisiche può apportare. Libera di portare avanti una gravidanza anche laddove non potesse economicamente. Dove sono tutti gli aiuti di cui parla la 194? Non è una legge che reputo giusta, ma essendo una legge italiana mi ci confronto: dov’è l’attuazione degli articoli che proteggono la maternità? L’impianto di quella legge non configura l’aborto come un diritto individuale, ma un male da evitare laddove sia possibile. Perché questo non lo dice mai nessuno? Chi aiuta le donne a evitare questo male? Nessuna donna desidera abortire come desidera una macchina. L’aborto non è una passeggiata. Perché non attuare tutti gli aiuti per evitarglielo l’aborto? Noi vogliamo una donna libera, consapevole e quindi libera. Libera pure da ideologie che fingono di liberarla incastrandola in bugie".

Passiamo alla questione del logo. Questo patrocinio della presidenza del Consiglio c'è o non c'è?

"Veramente una storia avvincente: una bolla di niente. La storia molto semplice: noi abbiamo chiesto, e ottenuto, il patrocinio del Ministero della Famiglia e disabilità. Non avendo quel Ministero un proprio logo, ci hanno inviato il logo della Presidenza del consiglio (che infatti apportava sotto la dicitura chiarissima “Il ministro della famiglia e disabilità). Dopo giorni di bufale e controbufale, Conte ha pensato di risolvere chiedendo di eliminare il logo dello scandalo. Ieri finalmente l’avvincente storia si è conclusa felicemente per tutti: chi ha festeggiato per la diffida a togliere il logo della presidenza dei ministri, noi a festeggiare perché siamo stati invitati a porre ovunque il logo della Repubblica. Tutto è bene ciò che finisce bene!".

Però ai grillini di governo - è parso chiaro a tutti - non state per nulla simpatici…

"Onestamente mai apprezzato particolarmente il movimento, eccetto per la fatica, almeno iniziale, di provare a scardinare quei meccanismi dei media per cui se la raccontavano come volevano: la battaglia contro la realtà distorta raccontata dai media. Ecco, fa sorridere che oggi Di Maio continui a rispondere a qualsiasi domanda sul Congresso con la grande bufala delle donne inferiori rinchiuse a casa. E’ stato contagiato".

Non si sente l'unica della sua generazione a difendere determinate istanze?

"Ma dove? C’è un fermento meraviglioso nella mia generazione, e ancora di più nella generazione dopo la mia. Il bello delle ideologie è che non possono reggere per sempre. Ad un certo punto arriva la realtà, che per quanto si possa nascondere, esce fuori con prepotenza. In tutta la sua bellezza. E allora perché battersi? Perché purtroppo le ideologie lasciano al passaggio morti e feriti. Impossibile stare zitti".

Cosa avrebbe fatto Maria Rachele Ruiu se avesse vissuto nel Medioevo?

"Santa Giovanna D’arco. Starei bene, con l’armatura, non trova? Boh? Sono indecisa. Ci sono tantissime donne che con il loro contributo non hanno solo influenzato quell’epoca, ma soprattutto le epoche successive. Forse una santa? Metterei una firma per assomigliare un minimo a Santa Monica, Elena o Scolastica; oppure Santa Chiara di Assisi, Santa Brigida o Santa Caterina (da Svezia o da Siena a scelta. Oppure Santa Rita da Cascia. O Santa Giovanna d’Arco. Oppure magari una intellettuale? Sono un po’ ignorante ma un Ildegarda, una Isotta, Una Alessandra Macinghi Strozzi. Oppure magari sarei potuta essere un’imperatrice. Oppure semplicemente una regina: Elena, Teodora o Amalasunta? Oppure semplicemente una mamma. Oppure semplicemente una lavoratrice. Erano pochissimi i mestieri che non potevano fare le donne, grazie alla cristianizzazione.Quanta ignoranza quando pensano che “vieni dal medioevo” sia un insulto, non trova?".

Dobbiamo aspettarci altre polemiche da qui a fine marzo?

"Temo di sì. Ad ogni giorno la sua smentita".

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