Cronache

Il "bordello" al "cancello verde". Cosa fanno al centro migranti

L'indagine nasce nel 2018, i carabinieri hanno dimostrato come le donne del centro di accoglienza migranti venissero agevolate nell'esercizio della protituzione da Giuseppe Campisi, 65 anni, di Capo d'Orlando.

Il "bordello" al "cancello verde". Cosa fanno al centro migranti

Donne del centro di accoglienza dedite alla prostituzione. Succede a Capo d'Orlando in provincia di Messina. Questa mattina i carabinieri hanno eseguito nove misure cautelari con l'accusa di favoreggiamente della prostituzione e spaccio di stupefacenti. Il regista di questa operazione era un abitante del paese, Giuseppe Campisi di 65 anni. L'uomo faceva da taxi alle clandestine, accompagnandole dallo Sprar ai vari appuntamenti, fornendo loro anche un appartamento dove poter prostituirsi. Inoltre il Campisi recapitava a giovani migranti hashish, cocaina e marijuana per venderla. Non è la prima volta che in Sicilia nei centri migranti accade una vicenda simile. L'indagine del 2018 nasce dall'accertamento di un'avviata attività di prostituzione di numerose ospiti del centro di accoglienza.

Ecco la sorte delle migranti ospiti dello Sprar che aspettavano al "cancello verde" il loro autista in attesa di prostituirsi. Proprio questa mattina i carabinieri della compagnia del piccolo paese siciliano di Sant'Agata di Militello hanno sgominato la rete di spaccio e prostituzione attraverso delle misure cautelare emesse dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Patti, Eugenio Aliquò, su richiesta della Procura della Repubblica del luogo, diretta dal Procuratore Angelo Cavallo. Giuseppe Campisi è agli arresti domiciliari ed è ritenuto responsabile di favoreggiamento della prostituzione e spaccio di sostanze stupefacenti, mentre gli altri componenti della banda sono tutti in concorso tra di loro per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.

L'indagine denominata "taxi driver" è stata basata su delle intercettazioni telefoniche ed ambientali che hanno raccolto migliaia di file audio che testimoniano come all'interno dello Sprar era attivo da tempo un sistema fatto da sesso a pagamento e traffico di droga.

Il Campisi accompagnava le migranti a prostituirsi al "cancello verde". Altro non era che uno stabile ubicato fuori le mura dello Sprar a Capo d'Orlando. Inoltre, l'anziano, attraverso la sua rete di spacciatori migranti, aveva una vasta clientela che si dislocava lungo il litorale dei centri abitati di Sant'Agata di Militello, Patti ed ovviamente Capo d'Orlando. Il sessantacinquenne caricava a bordo della sua autovettura gli ospiti del centro dediti alla vendita degli stupefacenti per far loro eludere i controlli delle forze dell'ordine. Nelle intercettazioni si nota come la rete costruita dal Campisi usava delle parole criptiche per le proprie attività illecite: dall'occultamento della droga, al prezzo di acquisto e di rivendita etc. Durante le perquisizioni di questa mattina i carabinieri hanno sequestrato un chilo di marijuana. Oltre al Campisi i destinatari del provvedimento di misure cautelari sono:Vilardo Giuseppe, 22enne di Capo d’Orlando – agli arresti domiciliari; Calà Palamiro Stefano, 22enne di Capo d’Orlando – agli arresti domiciliari; Agliolo Quartararo Andrea, 24enne di Capo d’Orlando – agli arresti domiciliari; Scaffidi Andrea, 32enne di Patti – agli arresti domiciliari; Mangano Cono, 32enne di Capo d’Orlando – obbligo di dimora; Chiaia Giuseppina, 29enne di Capo d’Orlando – obbligo di dimora; Matracia Maria Tindara, 21enne di Capo d’Orlando - obbligo di dimora; Cambria Gaetano Calogero, 31enne di Capo d’Orlando – obbligo di dimora.

Migranti ancora in fuga

Intanto l'emergenza migranti sull'Isola è una bomba sociale pronta a scoppiare. Sono molti i video che testimoniano con quale facilità i nord africani approdati in Sicilia, piuttosto che rimanere all'interno del centro d'accoglienza, sono a spasso per il centro delle città o scappano. L'ultima testimonianza arriva da Lampedusa. Un cittadino, ha filmato con il suo cellulare come un nord africano ieri pomeriggio, vicino al molo turistico, rovistava all'interno di un'auto in cerca di rubare qualcosa. Nel frattempo proprio sull'isola siciliana sono in corso le operazioni di trasbordo dei migranti sulla nave quarantena "Azzurra". L'imbarcazione è arrivata verso le otto di questa mattina dopo essere partita ieri da Porto Empedocle. La nave a quanto pare ospiterà quasi tutti i migranti presenti all'interno dell'hotspot di contrada Imbriacola il quale strasborda di clandestini. I nord africani vengono fatti salire a bordo a gruppi di dieci. Al momento sono circa 300 i tunisini saliti sulla "Azzurra".

"Conte ha fatto diventare l'Italia la barzelletta del mondo" ha denunciato il leader della Lega Matteo Salvini di fronte alle immagini girate sull'isola di Lampedusa presa d'assalto dai clandestini.

E dopo qualche mese di emergenza migranti, ecco che il premier Giuseppe Conte ha rilasciato alla stampa delle dichiarazioni in merito agli sbarchi. "Non possiamo tollerare che si entri in Italia in modo irregolare. Tanto più non possiamo tollerare che in questo momento in cui la comunità internazionale intera ha fatto tantissimi sacrifici, questo risultati siano vanificati". Ha detto ieri pomeriggio Conte nel Foggiano a margine di un incontro sulla legalità. "Addirittura ci sono migranti che tentato di sfuggire alla sorveglianza sanitaria. Non ce lo possiamo permettere. Dobbiamo essere duri e inflessibili", aggiunge il premier. "Stiamo collaborando con le autorità tunisine. È quella la strada. Io stesso ho scritto una lettera al presidente tunisino e sono contento che abbia fatto visita ai porti per rafforzare la sorveglianza costiera".

Ma al di là delle belle parole dell'avvocato di Cerignola, gli sbarchi continuano senza sosta e le fughe dagli hotspot non vengono placate. Proprio ieri, una cinquantina di tunisini hanno scavalcato la recinzione evadendo dalla tensostruttura di Porto Empedocle. Una ventina si è dileguata dal centro di Campomarino a Campobasso dove erano in 83. 5 i fuggitivi dall'hotspot di Messina.

Ho appreso che altri cinque migranti sono fuggiti dall’hotspot di Bisconte, gli stessi del gruppo dei trenta che qualche notte fa è arrivato in città. Tutto ciò mi amareggia perché ho dato la mia disponibilità al Prefetto di Messina affinché si potesse continuare a utilizzare la struttura in sicurezza, nelle more che venga chiusa. Avevo infatti preteso che tutto ciò andava bene a patto che non si verificassero più situazioni incresciose come quella di qualche settimana fa. Ricordo che ancora ci sono una ventina di migranti a piede libero, di cui non si ha nessuna traccia. A questi si aggiungono gli altri cinque. A questo punto dico basta perché la pazienza ha un limite. Invito il Prefetto ad alzare la voce per non consentire più che i migranti siano dirottati all’interno dell’hotspot di Bisconte, il quale ribadisco essere abusivo e inadeguato. La invito anche a sollecitare chi di dovere per giungere alla conclusione dell’istruttoria e mettere un punto su questa spiacevole vicenda. Darò una settimana di tempo, oltre la quale non sopporterò più tali soprusi. Se le cose non cambieranno, lunedì ci sarò io all’interno dell’hotspot e non mi muoverò fino a quando non raggiungerò l’obiettivo: la chiusura definitiva”.

Ha Affermato in una nota il sindaco di Messina Cateno De Luca.

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