La vera paura è l'attesa , quando le decisioni sono prese da chi non è abituato a decidere o peggio da chi associa la poca competenza alla miscela velenosa dell’ interesse di partito, dei luoghi comuni e della ricerca di un buonismo che fa digerire a tutti ogni dabbenaggine. Francamente oggi , in piena pandemia , sono colpito dallo stato confusionale totale che ha il suo inizio nelle differenti verità esposte dai molti esperti medici assurti improvvisamente, tutti, al ruolo di scienziati, per arrivare alle dotte discussioni di opinionisti che si schierano al fianco di uno o dell’ altro punto di vista . Senza parlare dei decreti fiume che contengono disposizioni somministrate a rate e costruite in parte dalla necessità reale di dare normative ma in larga misura sottoposte a indecenti vincoli burocratici e tentativi subliminali di guadagnare consensi . Mi ricordo che in ospedale quando si doveva prendere una decisione a causa della comparsa di un' infezione nosocomiale dilagante, studiavamo l'argomento dal punto di vista scientifico e operativo a porte rigorosamente chiuse per poi prendere decisioni oggettive; si considerava, come oggi, l'insieme del problema: sanitario, economico e sociale e poi si emanavano una serie di provvedimenti adeguati e riguardanti la sua sola soluzione ; l'unico vero riferimento era oggettivo al problema in esame e rivolto alla sua sola soluzione nei suoi vari aspetti , al costo di quello che costi . E’ strano che questo livello etico non venga più percepito.
Si parla di tempi di guerra, ma in guerra si sono sempre dovuti imporre sacrifici , da quel poco che si aveva da mangiare a come sopportare i bombardamenti e correre nei rifugi dove i bambini venivano portati di notte da formidabili genitori che simulavano un gioco. Ho collaborato con ministri e parlamentari durante la mia vita professionale attraverso onerose cariche che ho ricoperto nel mondo della sanità; ho incontrato accanto a gente preparata, anche personaggi ignoranti della materia ma, la maggior parte di loro era capace di ascoltare ed era convintamente interessata solo a dare la giusta direzione a un provvedimento tecnico , perché fosse chiaro e attuabile. L'ultima perla è quella che si riferisce alle proposte sui provvedimenti riguardanti la sacrosanta uscita graduale dalla quarantena e concernente la tutela delle fasce più deboli : gli anziani , una categoria ampliabile e restringibile oggi come una fisarmonica . Speriamo non sia la stessa tutela di cui abbiamo visto preoccuparsi la bella gioventù italiana che appena ha sentito dire in giro che il coronavirus poteva ammazzare solo i vecchi, si è riversata nelle sedi del divertimento con bambini , bibite e aperitivi a metà marzo . Politici compresi. La stessa che ha lasciato i propri vecchi nelle case di riposo anche quando si è trovata a casa senza impegni di lavoro. La medesima che vive della pensione del nonno e abita la sua casa, la stessa che non si preoccupa che nella difficoltà delle terapie intensive intasate , si è dovuto sicuramente fare qualche volta una scelta a favore dei giovani , lasciando al proprio destino un vecchio pieno di patologie concomitanti.
Non c'è dubbio , quando finirà la quarantena, il rilascio graduale vedrà per ultimi gli anziani; teorema comodo ma ingiustificato per molte ragioni . I grandi diffusori del virus sono i giovani paucisintomatici o sani , lo sappiamo ; si muovono molto, hanno rapporti sociali importanti e soprattutto pensano che, viste alcune statistiche sempre meno confermate dai fatti , la malattia per loro sia poco più di una brutta influenza. I dati raccolti negli ultimi giorni in Germania infatti, abbassano sensibilmente l’età dei ricoverati per coronavirus . La causa dei numerosi casi di contaminazione nella popolazione di età avanzata , dipende dal fatto che in Italia così come in Spagna i 2/3 dei giovani convivono con anziani, mentre nei paesi del nord Europa tale frequenza rimane sotto il 30 - 40% ( eurostat ) ;e di più ,in generale i rapporti tra genitori anziani con figli e nipoti è più frequente rispetto ad altre aree d'europa. Questo modello culturale e sociale sarà messo a dura prova non solo dalla malattia ma soprattutto se verranno promulgate norme di isolamento o di limitazione della mobilità per le persone anziane. Certo, un vecchio al parco pubblico che fa faticosamente due passi con la mascherina e si siede per due ore distante da tutti a prendere un po' di sole, dal punto di vista epidemiologico è un vero problema . Non le mamme con i bambini a prendere un po' d’aria , non il giovane che potrà fare la corsetta o il lavoratore costretto ad andare al lavoro senza le dovute tutele e fare il proprio dovere perché l'economia non vada a rotoli . No… solo il vecchio deve stare a casa immobile a peggiorare le sue malattie cardiovascolari e motorie o a distruggersi di depressione aspettando il rientro in famiglia del più giovane, sanissimo , che gli porterà il virus. I più anziani non si tutelano lasciandoli a casa più degli altri; si proteggono come tutti gli altri diminuendo il contagio, portando le mascherine sempre quando e se per caso ci siano persone vicine , lavando le mani , pulendo le cose e ottemperando al distanziamento sociale. Se il contagio riprenderà sarà portato dai vettori sani che devono essere identificati nel territorio attraverso le opportune strategie che il mondo scientifico e le amministrazioni locali , sapranno suggerire. E non sarà certo tenendo reclusi i nostri anziani un mese di più che eviteremo il contagio per tutti quei nonni che vivono con le famiglie ; oppure possiamo ritenere che gli over 65 vivano tutti da soli? Oppure ancora che gli anziani non stiano più in coda mezza giornata ai supermercati ogni due giorni per acquistare poche cose da portare a casa con un peso accettabile ? O che non vadano più in banca o in posta a riscuotere la pensione ( 36.000 ogni mese . fonte F.A.B.I ) stazionando in fila per ore al freddo o con temperature africane tra poco tempo . Ne ho avvicinati tanti , di anziani, negli anni della mia professione. I più vecchi si muovono purtroppo sempre troppo poco ; quando li esorti a star fermi a casa per la convalescenza di una malattia non vedono l'ora di starsene tutto il giorno a letto o nel migliore dei casi in poltrona , trascurando igiene personale e ambientale . E di tale immobilità ci si può morire. Questa supposta tutela dei più deboli non riguarda per niente la categoria degli anziani , ma deve rivolgersi ai malati ,ai portatori di patologie ben definite e ai disabili attraverso una assistenza medica dedicata e organizzata sul territorio che sappia identificare i singoli casi attraverso la medicina di base . La tutela dei più deboli riferita al solo dato anagrafico è il solito finto buonismo, indefinito e fumoso quel tanto che basta per abbracciare tutti e nessuno e che finisce per non tutelare chi ha veramente bisogno, risolvendo il problema nel più comodo dei modi : non ce ne occupiamo come individui pattugliando il territorio , più facile mollarli tutti a casa un pò di più . La gente prenderà questa decisione come un provvedimento virtuoso per la tutela dei più deboli . Cerchiamo invece di fare osservare norme di distanziamento sociale chiare ed accurate, prepariamoci a fornire presidi di protezione individuale a tutti e soprattutto individuiamo i malati e i veri deboli da aiutare a casa loro , invece di confinare in ulteriori quarantene milioni di persone senza distinzione di sorta . Mi domando spesso quanti siano gli over 65 e anche 70 ,me compreso ,che vanno in ospedale a curare i loro pazienti spesso con mansioni dirigenziali provvisti solo di una mascherina , sempre la stessa perché mancano , senza che nessuno abbia nulla da dire . Credetemi , sono migliaia e magari con qualche patologia in corso di trattamento.
Faremo così : metteremo in quarantena solo gli anziani che non ci servono con il solito decreto di 200 pagine che specifica, per quelli che possono rimanere operativi , ogni singola posizione , magari riferita al colore e numero dei capelli . Di un’altra cosa sono certo : quando il mondo del lavoro riprenderà a pieno regime , la categoria più debole ,quella dei vecchi , improvvisamente sarà promossa a la più resistente al virus in quanto i nonni riprenderanno a occuparsi dei bimbi delle madri lavoratrici e …si sa , i bambini sono tra i principali portatori sani del virus . In barba a tutte le teorie epidemiologiche , saremo alla commedia dell’arte . Le regioni del nord che hanno fatto così bene in questa emergenza, sappiano progettare e proporre all’intero paese , un piano di rientro alla vita serio e oggettivo, occupandosi veramente dei più deboli , identificandoli uno per uno nel territorio , senza rifilare provvedimenti generici ad intere categorie inventate per l'occasione. Tutti abbiamo bisogno che si riaprano le filiere lavorative ed economiche , non solo quella sanitaria che è rimasta sempre aperta o quella dei servizi essenziali che lavora dietro a malposti teli di plastica ; gli operai che durante la guerra lavoravano sotto le bombe per non fermare la nazione erano degli idioti? Il personale sanitario e della protezione civile che ha continuato sempre a lavorare è composto da dementi? Gli alpini che ad ogni età servono nell’ ospedale da campo a Bergamo sono dei pazzoidi? Basta distribuire patenti di eroismo standosene a casa .
Il governo pensi a leggi ben fatte e suggerite dal mondo scientifico per il momento della rinascita , pensi a reperire le tutele di protezione individuale per tutti, controlli che le disposizioni di distanziamento sociale vengano osservate e sappia sanzionare i
trasgressori con severità , mentre nel territorio si sappiano individuare e aiutare disabili e malati di ogni età … al resto ci penseranno gli italiani .M. D’imporzano - p.presidente Collegio Italiano dei Chirurghi
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