“Domenica sera io e il mio ragazzo eravamo nella piscina scoperta. Iniziava a nevicare, un’atmosfera bellissima. Chi l’avrebbe mai immaginato…”. È incredula Tania Di Nicola da Teramo. È arrivata domenica con il suo compagno al resort Rigopiano ed è ripartita lunedì. Da tre anni andavano nella struttura distrutta dalla slavina del Gran Sasso.
C’era un allerta per le condizioni meteorologiche?
“Ha nevicato tutta la notte di domenica e anche il lunedì mattina. Una nevicata intensa. Infatti abbiamo anticipato la partenza”.
Perché? C’era una situazione d’allarme?
“Allarme no, però le strade erano praticamente bloccate dalla neve. Siamo andati via alle 11, le auto di coloro che partivano incolonnate dietro allo spazzaneve che avanzando ci liberava il passaggio”.
Quanto dista il paese più vicino?
“Farindola dista circa 7 chilometri, una strada accidentata però. E comunque chi va lì come noi non esce dal resort per completare i percorsi benessere nella spa”.
I clienti rimasti nel resort lunedì le sembravano preoccupati?
“No, perché non sembrava potesse continuare a nevicare anche martedì e mercoledì”.
È un posto frequentato soprattutto da abruzzesi?
“Direi di sì, pescaresi, aquilani, noi di Teramo. Anche perché intorno al resort non c’è niente, solo boschi e montagna”.
Quante persone lavoravano nel resort?
“A parte le cucine che non ho mai visto, alla spa lavoravano almeno in cinque, uno alla reception, in sala
quattro camerieri. Direi più di una decina di persone”.Persone sepolte dalla massa di neve che il terremoto ha scrollato dal Gran Sasso. E più passano le ore e più diminuiscono le speranze che i dispersi siano ancora vivi.
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