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Per un errore giudiziario, ​la sua casa finisce all'asta

Accusato ingiustamente di truffa, un avvocato palermitano rischia di perdere la casa: la procura gli blocca i conti e non può pagare il mutuo

Per un errore giudiziario, ​la sua casa finisce all'asta

Un errore giudiziario può costargli la casa. Con l'accusa (poi rivelatasi errata) di truffa, la procura di Aosta sequestra i conti correnti di un avvocato palermitano, Calogero Dolce, che non può così pagare il muotuo della sua abitazione, un attico nel centro storico della città che domani potrebbe essere venduto all'asta.

Tutto ha inizio 12 anni fa. "Nel dicembre del 2005 – racconta l'avvocato a Palermotoday.it - ricevetti una proposta contrattuale di lavoro in ordine a transazioni internazionali, in particolare fra gli Stati Uniti e i paesi dell’Est: dovevo ricevere dei bonifici e poi, trattenuta una percentuale che variava dal 5 al 10%, inviarli a soggetti russi o ucraini. Accettai il mandato e ricevetti i primi bonifici di appena mille euro. Sempre nel dicembre del 2005, in vista delle festività natalizie ho fatto un assegno a mia figlia per fare dei regali. Lei va in banca e le rifiutano di cambiare l’assegno. Il vicedirettore mi spiegò che il conto era stato sequestrato per operazioni 'sospette' di mille euro".

La procura di Aosta nel corso di un’inchiesta aveva bloccato il conto corrente dell'avvocato accusato di essersi intromesso telematicamente nel conto corrente di diversi soggetti e aver effettuato dei bonifici a suo favore. Il provvedimento di sequestro gli viene notificato solo il 16 gennaio 2006. "Bastava una semplice operazione per scagionarmi - spiega il legale -: chiedere al provider di competenza il log-file ed individuare chi si fosse intromesso nel conto corrente delle presunte vittime della truffa. Questa semplice operazione avrebbe dimostrato in pochi secondi, chi fosse stato ad intromettersi nel conto corrente in questione".

Nel 2008 arriva la sentenza di assoluzione che stabilisce che a mettere in atto la truffa non era stato l'avvocato, ma altri soggetti, rimasti ignoti, perché non era più possibile effettuare i dovuti accertamenti: i dati vengono conservati dai providers solo per due anni.

Ma l'incubo per il legale non era terminato. Oltre al danno la beffa: coi conti sequestrati non aveva potuto pagare il mutuo della sua abitazione che, intanto, era finita all'asta.

"La procedura esecutica immobiliare non si è fermata e va avanti e nonostante ben 6 aste andate deserte - sottolinea l'avvocato -.

Il giudice anzichè estinguere la procedura fissa una nuova asta ad un prezzo ridicolo. Ho proposto una decina di istanze di estinzione o sospensione, ma nulla". Domani 24 si terrà la settima asta.

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