Cronache

Escort a quattordici anni, finita la scuola iniziava il lavoro

Giro d'affari da 600 euro al giorno per due ragazzine. Appartamento in via Parioli per gli incontri. "Se non le sfrutto così non le sfrutto più dopo", spiegava uno dei due papponi arrestati

Escort a quattordici anni, finita la scuola iniziava il lavoro

Drammatica storia di prostituzione minorile a Roma. Due adolescenti, rispettivamente di quattordici e quindici anni, cadono in un vortice di sesso e cocaina. Le indagini dei carabinieri portano a galla una sconcertante realtà.

È la madre della più piccola a dare l'allarme. La ragazza era cambiata. Nel giro di pochi mesi aveva comincato ad assumere atteggiamenti violenti e a gridare: "Ti mando i miei amici cocainomani a sgozzarti, ti brucio i vestiti, ti ammazzo con le mie mani". Una rabbia pronta a esplodere al minimo segnale, una voglia di ribellione eccessiva e ingiustificata. Poi arrivano le lettere anonime: "Tua figlia si droga e compra la cocaina facendo la escort", le inquietanti rivelazioni delle missive.

Allora la donna, preoccupata per la sorte della figlia, fa scattare le indagini. Inizialmente assume un investigatore privato, poi il caso passa alle forze dell'ordine. Tra intercettazioni e controlli su tutta la messaggistica della ragazza, si raccolgono prove sufficienti a far emergere la triste verità. Viene così alla luce l'agghiacciante storia di uno sporco giro di affari da parte di due papponi, Nunzio Pizzacalla, militare abruzzese di 34 anni, e Mirko Ieni, romano di 38 anni, che sfruttavano la minorenne e la sua compagna di classe, di un anno più grande, inducendole a prostituirsi dopo la scuola.

Si parla di cinque o sei clienti al giorno per un guadagno di 600 euro da spartire con gli sfruttatori. La quattordicenne aveva conosciuto i due uomini su un sito internet (bakecaincontri.com) e in breve era cresciuta di botto. Video hard, scatti ammiccanti e l'ingaggio era assicurato.

Il 17 maggio scorso Pizzicalla scrive un sms: "Bella descrizione, mi servono foto dove si vede tutto il corpo, se le hai anche sexy". E poco dopo incalza la ragazzina: "Mi servono le altre foto. Il video mi serve per vedere come ti sai muovere e presentare così domani se riesco a trovare un cliente so già come sei". Qualche settimana dopo le richieste diventano sempre più spinte: "Foto sexy, anche il seno di fuori". Sono questi i primi contatti tra l'aguzzino e la liceale, ormai sospesa sul baratro.

Poi l'affare passa in mano a Ieni che decide di cercare un appartamento in Via Parioli per le due studentesse: "Gli dico stai ai Parioli, quelle due manco vado a pigliarle dopo quando escono da scuola, mi vengono lì dentro... prendersi casa 'ste coglione e gli servono i soldi e sfruttarle, se non le sfrutto così non le sfrutto più dopo, capisci?". L'uomo sa di avere tra le mani una "gallina dalle uova d'oro" e intende guadagnare il più possibile. Le due ragazze non sono altro che merce di scambio, preziosissima, da cui ricavare ottimi profitti. E così le due ragazze cominciano a esercitare la professione più antica del mondo. Ogni pomeriggio, finita la scuola, si recano nelle stanze adibite appositamente per loro e attendono i clienti. Al termine del turno tornano a casa, con paghette da capogiro.

I carabinieri hanno trovato sui telefonini sequestrati una decina di numeri di habituè delle minorenni, ora indagati. "Pensavamo fossero maggiorenni", si sono giustificati. Ma le foto delle giovani seminude non lasciano molti dubbi sulla loro età. Due clienti hanno anche invitato le ragazzine a Cannes e in barca a Ponza.

Ma capita che le liceali non siano sempre ligie al dovere e puntuali sul lavoro. Allora scattano le minacce: "Mi stai a prende per culo da stamattina... a micia, io ce lavoro co' sta roba, a me non me ne frega un cazzo di voi due, cioè parlamose chiari: siete poco serie... ma adesso devi farti questo obbligatoriamente perché questo sta venendo e te sta a portà 250 euro di cui una piotta e mezza è mia perché sto a pagà io casa perché voi non siete capaci neanche de fa' questo. Vieni, te lo fai e te ne vai... e oggi stiamo bene così, domani alle tredici ti vengo a prendere io perché tanto se non ti vengo a prendere tu non fai un c... o".

Inoltre dalle indagini è emerso un altro particolare inquietante: la madre della ragazza più grande non solo era al corrente dell'attività della figlia ma la incitava a continuare anche quando la ragazza stava male, raccomandandosi però che continuasse sempre a studiare. Prima il dovere poi il piacere, questo è chiaro.

Una vicenda drammatica che delinea un quadro preoccupante della realtà giovanile. La rete rappresenta troppo spesso una trappola per ragazzine che si lasciano attrarre dalla prospettiva di facili guadagni.

E dal gioco alla tragedia il passo è breve.

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