Espulso radicalizzato tunisino, era arrivato illegalmente a Lampedusa

Il 22enne tunisino aveva viaggiato in Siria e il fratello è un foreign fighter

Espulso radicalizzato tunisino, era arrivato illegalmente a Lampedusa

La polizia di Stato ha rintracciato ed espulso da Ravenna un cittadino tunisino di 22 anni, irregolare sul territorio e con alle spalle un sospetto viaggio in Siria tramite Turchia che lo aveva portato a venire segnalato dalle autorità tunisine; non solo, perché il soggetto in questione è anche il fratello di un jihadista attivo nel Siraq.

Il ragazzo 22enne, di cui non sono state rese note le generalità, era arrivato illegalmente a Lampedusa nel 2017 a bordo di un’imbarcazione. Il 7 gennaio 2018 la questura di Agrigento gli aveva notificato un foglio di via che il tunisino aveva ovviamente ignorato. Stavolta però le forze dell’ordine lo hanno prima portato al centro romano di permanenza per rimpatri di Ponte Galeria e poi lo hanno messo su un volo per Tunisi.

L’attività di accertamento svolta dagli uomini della Digos della questura di Ravenna avrebbe messo in evidenza la pericolosità del soggetto, delineata anche da ulteriori riscontri compiuti in ambito internazionale. Il ragazzo è stato infatti qualificato come “soggetto pericoloso” dai mukhabarat tunisini, proprio in relazione al suo viaggio in Siria.

Ravenna emerge dunque ancora una volta come uno dei centri nevralgici dell'attività jihadista in Italia; sono almeno otto infatti gli estremisti partiti dalla città romagnola per arruolarsi nelle file jihadiste in Siria (sei dei quali risultati deceduti).

Nel novembre del 2018 veniva espulso da Ravenna Ayman Loiti, 29 anni, arrivato anch'egli in Italia su un barcone nel 2011, in piena “Primavera Araba”. Negli anni il soggetto in questione aveva accumulato una serie di precedenti non indifferenti tra cui spaccio di stupefacenti, rapina, porto illecito d’armi, minacce, lesioni personali, oltraggio a pubblico ufficiale; nel 2014 Loiti aggrediva l’ex sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci, mentre si trovava in stazione a fotografare il degrado, cosa che il tunisino non aveva gradito.

Un mese prima era stato espulso un cittadino marocchino di 42 anni, irregolare sul territorio, che in diverse occasioni aveva manifestato atteggiamenti violenti nei confronti della società occidentale, insultando e aggredendo alcuni passanti e mimando il gesto della pistola. Il soggetto era inoltre già noto alle forze dell'ordine per porto abusivo di coltello e si era rapidamente radicalizzato, al punto da diventare un pericolo per l'ordine pubblico. Nell'agosto del 2018 veniva invece espulso da Ravenna un 28enne di nazionalità albanese già operativo nei teatri del jiahd Siro-Iracheno, nelle fila delle organizzazioni terroristiche di Jabhat al-Nusra e Isis.

Riemerge

ancora una volta dunque il nexus tra arrivi di immigrati irregolari via mare e l'infiltrazione di jihadisti, una problematica che se non affrontata adeguatamente rischia di mettere a serio rischio la sicurezza del Paese.

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