Per la prima volta, a Siracusa, è stata applicata la legge per i figli delle vittime di femminicidio, approvata dal Senato a fine dicembre e entrata in vigore il 6 febbraio di quest'anno. All'articolo 3, il testo prevede il "sequestro conservativo dei beni" del coniuge che ha compiuto l'omicidio, "a garanzia del risarcimento dei danni civili subiti dai figli delle vittime".
Il provvedimento è stato messo in atto dal gip di Siracusa, Andrea Migneco, che ha accolto la richiesta della procura di disporrre il sequestro dei beni mobili e immobili, per il valore di un milione di euro, a Paolo Cugno. L'uomo, il 17 marzo, aveva ucciso la compagna Laura, 20 anni, a coltellate, gettando il corpo in un pozzo e tre giorni dopo aveva confessato l'omicidio, a seguito di un lungo interrogatorio, come aveva raccontato Il Giornale. La donna ha lasciato due bambini, una femmina di pochi mesi, avuta con Cugno e un maschietto di più di tre anni, frutto di una precedente relazione.
Ora i figli possono beneficiare del denaro del padre: un milione di euro. Il procuratore Francesco Paolo Giordano aveva chiesto "il sequestro conservativo dei beni dell'indagato applicando la nuova legge", al fine di garantire ai bambini un futuro dignitoso, anche se la somma ricavata dai beni dell'uomo è molto inferiore rispetto a quella che il giudice aveva indicato.
Paolo Cugno è in carcere in attesa di giudizio e il suo patrimonio andrà ai bambini se e quando un giudice lo condannerà definitivamente, ma, già dopo la condanna di primo grado, i magistrati potranno disporre del 50% del denaro. Tuttavia, la legge prevede che "ai piccoli dovrà essere garantito il diritto allo studio e poi l'avviamento al lavoro, attingendo dal fondo di due milioni di euro finora riservato alle vittime di mafia e terrorismo", come riferisce Tgcom24.
La guardia di finanza di Siracusa, per svolgere gli accertamenti, aveva utilizzato dei moderni software investigativi, che avevano permesso di individuare e ricostruire il complesso dei beni dell'indagato.
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