Cronache

Fermo, minacciati di morte i testimoni che scagionano Mancini

Non c'è pace dopo la morte del nigeriano a Fermo. I due testimoni sotto attacco: telefonate e messaggi minatori

Fermo, minacciati di morte i testimoni che scagionano Mancini

I due testimoni oculari che scagionano Amedeo Mancini, l'ultrà agli arresti con l'accusa di omicidio preterintenzionale per la morte del nigeriano a Fermo, da mesi subiscono minacce di morte e insulti. Sono due teste chiave nel processo che la Procura sta portando avanti per chiarire le dinamiche che il 6 luglio causarono il decesso di Emmanuel Chidi Nnamdi.

Secondo quanto racconta il Resto del Carlino, infatti, "inizialmente era stato solo uno a dover subire le angherie del popolo di Facebook, dei blogger e persino di alcuni politici. Ora che anche l’altro testimone è stato identificato gli è toccata la stessa sorte".

Una gogna a cui non riescono a sottrarsi. Una valanga di messaggi intimidatori, insulti e minacce di morte. Ovviamente il ritornello è sempre lo stesso, l'accusa di aver falsificato le versioni date agli inquirenti per scagionare l'ultrà della fermana, quando invece hanno soltanto detto la verità: overro che fu il nigeriano il primo ad aggredire e che Mancini si è solo difeso con un pugno. "Razzista, fascista, bastardo, delinquente e mitomane", sono solo alcune delle pietre che stanno colpendo i due testimoni. Senza considerare che uno dei due ha dovuto subire l'addio di alcuni clienti dal suo negozio.

La vicenda del nigeriano ucciso

La tragedia risale al 6 luglio scorso. Emmanuel Chidi Nnamdi sta passeggiando insieme alla moglie Chiniary a Fermo, vicino alla parrocchia che li ospita dopo il loro arrivo in Italia. Secondo le testimonianze dei presenti, Mancini vede "gli immigrati armeggiare intorno alla macchina" e insulta la donna chiamandola "scimmia". Chiniary lo aggredisce, facendo scattare la rissa. Mancini in un primo momento non reagisce, anzi: i teste vedono "Emmanuel afferrare il cartello stradale con base circolare di ferro e lo scaraventarlo contro Mancini colpendolo e facendolo cadere a terra". Non solo: mentre l'ultrà era a terra "l'uomo di colore cerca di colpirlo con i piedi e la donna tenta di attingerlo (colpirlo, Ndr) brandendo una scarpa in mano". Infine lo morde.

Solo a quel punto, sentitosi in pericolo di vita, Mancini colpisce con un pugno il nigeriano che cade, batte la testa e dopo pochi istanti muore. La procura arresta l'ultrà e lo accusa di omicidio preterintenzionale: gli investigatori stanno cercando di capire se Mancini ha sferrato il colpo mentre Emmanuel si stava allontanando oppure se si è trattata di legittima difesa.

Sulla vicenda sono ancora molte le ombre da chiarire. Di certo il moto "antirazzista" s'indignò all'istante prendendo per vera la prima versione rilasciata dalla vedova nigeriana. Dimostratasi poi falsa.

Dai vari Boldrini e Boschi, invece, nemmeno una parola per i testimoni minacciati.

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