"Sono una madre italiana di un figlio giustiziato fuori dal suo ufficio senza motivo, abbandonata dalle istituzioni": comincia così l'ennesima lettera di Maria Isabella De Ninno al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
L'appello al Presidente
A una settimana dal processo d'appello - che si terrà il 26 ottobre - per il figlio Francesco, commercialista di 32 anni, assassinato da Lorenc Prifti, un cittadino albanese che l'ha colpito a morte con un coltello di 35 centrimentri ha deciso di scrivere una lettera in cui chiede giustizia a quelle istituzioni che l'hanno abbandonata.
"Dopo 22 mesi mi trovo costretta ad affrontare un giudizio di appello nonostante la certezza dell' assassino e la gravità del gesto. Chi ha il tempo di pensare su dove e come colpire, di come fare un agguato e di scegliere di togliere una vita, non merita sconti, attenuanti generiche, concordati in appello, processi per riti alternativi: merita solo la pena, certa ed esemplare, giusta per la gravità del fatto che compie" scrive la madre della vittima su Libero.
La replica del Quirinale
La signora De Ninno "ha sempre ricevuto, dal Quirinale, tutta l’attenzione e tutti i riguardi possibili", precisa il Colle "pur comprendendo e rispettando la sofferenza della donna". "In due lettere, firmate del Consigliere per gli affari della Giustizia del Presidente della Repubblica, Stefano Erbani e in numerose successive telefonate è stato più volte ribadito alla signora De Ninno che il Presidente della Repubblica, in base alla Costituzione, non può esprimere valutazioni o intervenire sui processi in corso", spiegano ancora dalla Presidenza della Repubblica, "Con molto garbo e con grande comprensione è stato anche fatto presente alla signora De Ninno che l’accesso al giudizio abbreviato, che prevede una riduzione della pena, è regolato da una legge dello Stato e non è, quindi, una scelta discrezionale del giudice".
Il dolore della madre
La donna si sente però colpita due volte, per aver perso il figlio e per essere stata abbandonata dalla istituzioni dopo "dopo aver elemosinato supporto morale e vicinanza". Nelle missiva si legge: "Il giorno n cui si terrà il processo d' appello, sarò lì a subire l' ennesima violenza, con la speranza che chi ha sbagliato paghi con l'ergastolo. Non potrei sopravvivere se all' assassino di mio figlio venga riconosciuto solo un mese di sconto, perché questo significherebbe uccidere mio figlio per una seconda volta".
Quel figlio che era "un cittadino esemplare, cresciuto in una famiglia di sani principi, con uno spiccato senso della giustizia e una profonda bonta d' animo". E ancora: "Era cittadino italiano dagli alti valori morali, è un martire dei tempi di oggi e per colpa di un assassino non uscirà più dalla sua tomba: chi lo ha ucciso non merita seconde possibilità!". Il suo assassino non ha avuto alcuna paura, nessuna pietà - lo scrive, quasi urlandolo - ricordando gli istanti che hanno anticipato la morte di Francesco : "Lorenc Prifti ha scelto un coltello di 35 centimetri, ha atteso 20 minuti che Francesco uscisse dalla porta guardando dallo spioncino, e con il coltello nascosto dietro i pantaloni, lo ha trafitto al petto recidendogli l' arteria polmonare. L' assassino ha avuto tempo di pensare, di ragionare su dove e come colpire, di come fare un agguato e di scegliere di uccidere, anzi dopo averlo trafitto dal petto alla schiena, lo ha rincorso con la volontà di uccidere oltre a Francesco anche i suoi 2 amici, il tutto senza nessun motivo".
Prifti dopo essere fuggito, aver nascosto il coltello, finisce in manette. Sceglie il rito abbreviato e si becca anziché l'ergastolo una condanna di 30 anni. "Io desidero che nessun' altra madre viva quello che vivo io, e che ai ragazzi come Francesco, con un futuro davanti, non venga strappata la vita che è sacra.
Non potrei sopravvivere se all' assassino viene accordato uno sconto, perché questo significa uccidere di nuovo mio figlio, e questa volta dalla giustizia italiana. Per tutto questo io mi auguro con tutto il cuore che il 26 Ottobre in Corte d'Assise d'Appello venga confermata la pena di 30 anni di reclusione".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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