Cronache

"Passo la mano". Così Figliuolo si prepara al post emergenza

Con la fine dello stato di emergenza il commissario straordinario ha confermato che lascerà il ruolo che ricopre dal primo marzo dello scorso anno

"Passo la mano". Così Figliuolo si prepara al post emergenza

Francesco Paolo Figliuolo, commissario straordinario all'emergenza coronavirus e comandante del Covi, nel corso della presentazione del libro scritto con Beppe Severgnini 'Un italiano', ha tenuto a confermare che il prossimo 31 marzo, data in cui avrà fine lo stato di emergenza, anche lui lascerà il suo compito. “Io il 31 comunque voglio passare la mano perché ho un incarico importante come comandante del Covi e mi voglio dedicare a quello. Penso di aver fatto la mia parte, ho visto cose belle e cose meno belle ma basta così. Sono un tecnico e voglio rimanere un tecnico”, ha spiegato il generale che dal 1º marzo 2021 ha ricoperto il ruolo di commissario straordinario per l'attuazione e il coordinamento delle misure necessarie per il contenimento e il contrasto dell'emergenza epidemiologica Covid-19. Il comandante operativo di vertice interforze vuole tornare al suo primo lavoro, soprattutto in questo momento in cui l’Italia ha bisogno di uomini come lui sul campo.

Pronto per altre missioni

Da Figliuolo dipendono tutte le forze nelle missioni operative, sia in Italia che all'estero. In questo momento sono 37 le missioni in atto, tre in Italia e 34 sparse in varie parti della Terra. L’alto ufficiale, dal punto di vista militare, ha reso noto che “a livello della Nato sono state date tutte le predisposizioni per mettere in campo i Piani graduati di risposta, che sono cinque, che vanno da tutta la parte est fino a sud est, quindi dai paesi Baltici alla Turchia. Questo ci pone in una fase di deterrenza. Abbiamo incrementato tutto il nostro dispositivo e la prontezza delle nostre forze terrestri, aeree e navali. Per esempio abbiamo raddoppiato il dispositivo di vigilanza aerea in Romania e messo in campo le misure di risposta alla crisi così come arrivano per il tramite del consiglio dell'alleanza atlantica e del comandante supremo della Nato”. Ha poi aggiunto che sono stati attivati i comandi, al Covi c'è un team di crisi che è permanente, attivato per seguire l'evoluzione. Infatti, fin dall'inizio della crisi che è poi sfociata in una guerra di aggressione, il nostro Paese ha monitorato la situazione e la Difesa ha incrementato le misure di sorveglianza e vigilanza.

Perché Figliuolo ha scritto il libro

Al momento c’è una interlocuzione continua tra Figliuolo, Guerini e Cavo Dragone, con i quali segue in modo costante l'evolversi della situazione. Figliuolo, dopo la non proprio soddisfacente gestione commissariale di Domenico Arcuri, è riuscito. con una certa strategia militare, ad avviare la campagna vaccinale di cui aveva bisogno l’Italia per tornare alla normalità. Adesso però l’alpino serve su altri fronti. Alla domanda sul perché abbia scritto questo libro ha risposto:“Per lasciare traccia di quello che sono".

Ha infine spiegato che metà del libro parla dell’incredibile avventura che gli è toccata, quella come commissario straordinario per l'emergenza Covid, e che se un giorno avrà dei nipotini, magari leggeranno cosa ha fatto il loro nonno.

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