Coronavirus

"Fu vero aiuto?". Il dubbio di Gori sui russi scatena le polemiche

Il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, rivaluta gli aiuti dei militari russi durante la primavera del 2020 in piena emergenza Covid. "Fu aiuto, propaganda o ingelligence?"

"Fu vero aiuto?". Il dubbio di Gori sui russi e il Covid

Il dubbio che qualcosa non fosse del tutto chiara è venuto a galla in questi giorni, quando la Russia di Putin ha deciso di invadere l'Ucraina dando il via a una striscia di sangue, distruzione e morte. Ma siamo proprio sicuri che gli aiuti dei russi due anni fa, nel pieno della pandemia, fossero "sinceri e disinteressati"? È quanto si domanda il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, con un tweet che non lascia scampo a interpretazioni.

"Aiuto, propaganda o intelligence?"

Bergamo 2020, epicentro della pandemia: il contingente russo presta gli aiuti alla città bergamasca assieme a quelli di altre nazioni da tutto il mondo in prima linea per fronteggiare il dramma di ospedali al collasso tra malati e decessi. "Col senno di poi è inevitabile tornare alla missione russa in Italia della primavera 2020. Sono testimone dell'aiuto prestato a Bergamo dai medici del contingente, ma va ricordato che a Pratica di Mare arrivarono più generali che medici. Fu aiuto, propaganda o intelligence?", ha scritto il primo cittadino bergamasco su Twitter. Il post ha raggiunto oltre migliaia di like in poche ore ma non sono mancati commenti discordanti.

Come ricorda Repubblica, il contigente russo dell'operazione chiamata "Dalla Russia con amore" arrivò a Pratica di Mare il 22 marzo dopo gli accordi telefonici tra Putin e il premier Giuseppe Conte. I russi inviarono 13 quadrireattori con donne e uomini in mimetica oltre a 23 camion. Per due mesi, lavorarono negli ospedali e nelle Rsa di Bergamo 106 cittadini russi tra cui due epidemiologi, unici civili della task force che hanno accumulato un gran numero di informazioni su tutto ciò che riguardasse il mondo Covid, la sua diffusione e quant'altro.

"Bella fantasia"

Dopo le parole di Gori, non si è fatta attendere la replica del deputato leghista Daniele Belotti: "Capisco le tensioni per la guerra e l'astio verso Putin, ma come si fa a rinnegare un'operazione pacifica che era stata apprezzata ed elogiata da tutti come la sanificazione delle case di riposo della bergamasca da parte dei militari russi, nel momento più drammatico della pandemia?", afferma il deputato, il quale ammette che possa essersi anche tratto di "propaganda, ma pensare che fossero venuti a Bergamo per cercare segreti al Don Orione o al Gleno ci vuole proprio una bella fantasia", aggiunge. La frase finale, però, è sintomatica della diversità di schieramenti politici.

"Mi preoccupa di più il fatto che a sparare certe cazzate sia un sindaco che ambisce a fare pure il ministro", conclude Belotti.

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