Fumo nero dal Centro Olio Eni. Ma la Regione si limita a "valutare" l'impatto ambientale

Non è la prima volta che si verifica una fuoriuscita dall'impianto petrolifero in Basilicata

Fumo nero dal Centro Olio Eni. Ma la Regione si limita a "valutare" l'impatto ambientale

Il caso Tempa Rossa, sembra uno scandalo ormai lontano dai riflettori dopo il clamore seguito alle dimissioni dell'ex ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, coinvolta nello scandalo lucano.

Ma gli impianti della Total ci sono ancora e funzionano. E continuano ad inquinare il territorio lucano, martoriato dalle trivellazioni nel terreno.

Proprio ieri, un episodio che conferma lo stato di cose. Nelle prime ore del pomeriggio si è verificata una fuoriuscita di fumo da uno dei camini del Centro Olio Val d'Agri, addirittura annunciato da Eni sul sito internet.

“Solite fumate nere, solite fiammate, soliti incidenti che l'Eni, però, preferisce edulcorare utilizzando la definizione "evento". - ha dichiarato, a ilGiornale.it, Maurizio Bolognetti militante ambientalista lucano. - Un copione che si ripete stancamente da circa venti anni. - ha continuato Bolognetti -. Un copione non scritto, ma codificato in tutte le sue stucchevoli sequenze: evento/incidente, comunicato stampa degli uomini del "Cane a sei zampe" e poi, quando va bene, la ratifica delle dichiarazioni Eni da parte dei presunti organi di controllo. E così, evento dopo evento, i cittadini della Val d'Agri, e in particolare quelli di Viggiano e di Grumento Nova, continuano la loro convivenza forzata con uno stabilimento, il Centro Olio Val d'Agri, che dovrebbe essere considerato un insediamento industriale a rischio incidente rilevante. Forse è giunto davvero il momento che a Roma, a Potenza e a Viggiano qualcuno comprenda che il Cova non è il Mulino Bianco.”

Parole forti che descrivono la situazione con cui i cittadini di Viggiano convivono e che alimenta non pochi timori.
“L’evento, le cui cause sono in fase di verifica, è comunque riconducibile a una non ottimale combustione all’interno di un termodistruttore - scrive Eni in una nota -. Al momento non si riscontrano scostamenti nei parametri registrati dalle centraline di monitoraggio della qualità dell’aria e le attività sul termodistruttore sono completamente sotto controllo. Le Autorità e gli Enti competenti sono stati prontamente informati.”

La Regione Basilicata, dal canto suo annuncia che verificherà le dichiarazioni della compagnia petrolifera. Francesco Pietrantuono, assessore regionale dell'ambiente, ha dichiarato alla stampa “la Regione metterà in campo ogni utile azione affinché a Viggiano possano essere subito impiegate nuove tecnologie in grado di evitare il ripetersi di simili fenomeni. Valuteremo non appena dati ed informazioni saranno certe”.

Non è la prima volta che si verificano

casi del genere né sono una novità le battaglie dei cittadini, degli ambientalisti come Bolognetti e le preoccupazioni dell'Arpab (l'agenzia per l'ambiente della Basilicata). La Regione più che “valutare” ora dovrebbe agire.

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