Cronache

Lo straziante addio di mamma orca al cucciolo morto in mare

Adesso a preoccupare è il deperimento delle quattro orche rimaste che ancora non hanno abbandonato il porto di Genova. Importante sarà l’autopsia sul corpo del piccolo

Lo straziante addio di mamma orca al cucciolo morto in mare

Sempre sotto stretto monitoraggio le quattro orche che ancora non hanno lasciato il porto di Genova. Mamma orca tra venerdì e sabato è riuscita a dire addio al suo cucciolo, morto presumibilmente giovedì cinque dicembre, per cause anche da accertare. Solo una volta eseguita l’autopsia gli studiosi riusciranno a dare qualche risposta. Mamma orca ha sorretto il corpo senza vita del suo cucciolo per diversi giorni, cercando invano di farlo respirare e riportarlo in vita. Alla fine però si è dovuta arrendere e dire addio al suo cucciolo.

L'addio straziante di mamma orca nel mare di Genova

Gli esperti dell’Acquario di Genova e la Guardia Costiera hanno seguito ogni attimo, dall’arrivo del gruppetto di cetacei davanti al porto container di Genova Voltri, avvenuto il primo dicembre, allo straziante abbandono, che deve essersi compiuto la notte tra venerdì sei e sabato sette dicembre. Adesso la Guardia Costiera è impegnata a cercare e recuperare il corpo del piccolo, per poter eseguire l’autopsia. Quello che in questo momento preoccupa maggiormente sono le condizioni fisiche dei quattro esemplari rimasti: la mamma, un maschio adulto e altri due adulti.

Preoccupano le condizioni fisiche del gruppo

Secondo i veterinari, i biologi e i ricercatori che stanno seguendo l’evolversi della situazione, i soggetti starebbero deperendo e sembrano stressati. La speranza è che riescano in breve tempo a guadagnare il largo e allontanarsi. Coinvolti nel monitoraggio sono gli esperti dell'Acquario di Genova, dell'Istituto Tethys, alcuni osservatori di Whalewatch Genova Golfo Paradiso, supportati dalla collaborazione della Guardia costiera. Oltre ai ricercatori della sezione di Genova dell'Istituto nazionale di fisica nucleare e del dipartimento di Fisica dell'università di Genova. Importante anche l’uso di dispositivi subacquei di registrazione acustica volti a catturare i suoni emessi dalle orche. Le registrazioni verranno in seguito confrontate con altre presenti nei database, per cercare di capire la provenienza del gruppo in questione.

Ancora valida l’ordinanza emessa la scorsa settimana dalla capitaneria di porto della città ligure, per limitare la navigazione e quindi recare il minor disturbo possibile ai cetacei. Nell'area chiamata “zona di precauzione”, l'ingresso al bacino portuale di Prà, sono ancora vietate sia la navigazione che l’attività subacquea.

Gli esperti hanno spiegato che “al mondo casi come quello del porto di Genova sono molto rari”.

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