Giovani fino a 75 anni, ma niente "ragazzate"

Giovani fino a 75 anni, ma niente "ragazzate"

Gli anziani di prima non sono più anziani: per definirli tali bisogna aspettare. Si vive di più e si vive meglio, anche se è indiscutibile la preoccupazione che la propria macchina psico-corporea si possa inceppare da un momento all'altro. L'anziano di un tempo non è quello di oggi, tuttavia se ha un po' di coscienza non può permettersi di vivere con spensieratezza i suoi anni da non ancora anziano. I progressi della scienza nel corso del secolo appena passato e nei decenni del nuovo che stiamo vivendo, sono stati straordinari. Basterebbe solo ricordare, ai freddolosi come me, con quale precarietà nei primi anni del dopoguerra si riscaldavano le case e l'acqua calda non era corrente anche in abitazioni di benestanti. Non parliamo dei balzi in avanti, che hanno del miracoloso, compiuti dalla medicina e dall'assistenza sanitaria. Insomma, il progresso in questi casi non è un'illusione, e quando mi sento dire che una volta si viveva meno ma si stava meglio, ho il sospetto che la nostalgia sia diventata la padrona della mente di chi così parla. E tuttavia, ogni progresso, anche il più evidente per i suoi vantaggi, nasconde una trappola. Nel caso in questione, la trappola è l'illusione di essere ciò che non si è: cioè dei giovanotti. Bella quell'asticella alzata dai 65 ai 75 anni, che consente di procrastinare l'appellativo di anziano; ma in quali pericoli s'incorre pur riuscendo a saltarla? Sono due: uno fisico e uno psicologico. Si può fare il botto e ci si può rendere patetici. Si esagera, pensando di essere quasi giovani, e il corpo si ribella; si è catturati da un immaginario giovanilista e si appare patetici di fronte a chi è davvero giovane. Non è sbagliato sostenere che questi pericoli c'erano anche quando l'asticella era sui 65 anni e, a ritroso nel tempo, a 55, 50... Ma è vero solo in parte, perché oggi il «pre-anziano» vive, rispetto a prima, un altro tipo di socialità. Non stupisce se non in chi ha pregiudizi, l'affettività delle persone che non sono più giovani; certi lavori, non usuranti, non faticosi come quello di docente o di giornalista , potrebbero essere svolti serenamente a oltranza in attesa del rimbambimento senza troppe preoccupazioni, perché è raro non essere circondati da rimbambiti giovani. L'attività sportiva non ha confini d'età, e il sesso tarda sempre più a essere un lontano ricordo.

E si potrebbe proseguire in questa rassegna delle conquiste sociali dell'over 65, ma quanto più si va avanti nell'elenco, tanto più ci si accorge della precarietà di quelle conquiste che appaiono più con la fragilità di una preziosa porcellana che non con la resistenza di un vaso di

ferro. Intelligenza; ci vuole l'intelligenza per capire se stessi con i propri limiti: allora si riuscirà a evitare le trappole del progresso, proteggendo quella preziosa porcellana che, proprio il progresso, ci ha regalato.

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