Le giravolte di Luigi

Protagonista di questa settimana Luigi Di Maio e le sue innumerevoli giravolte: in questi anni, ha infatti cambiato idea non una, non due, non tre ma decine e decine di volte. Ospiti speciali della puntata, Vittorio Sgarbi e Andrea Indini.

Le giravolte di Luigi
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Cosa accade tra le stanze damascate dei palazzi della politica? Cosa si sussurrano i deputati tra un caffè e l'altro? A Roma non ci sono segreti, soprattutto a La Buvette. Un podcast settimanale per raccontare tutti i retroscena della politica. Gli accordi, i tradimenti e le giravolte dei leader fino ai più piccoli dei parlamentari pronti a tutto pur di non perdere il privilegio, la poltrona. Il potere. Ognuno gioca la propria partita, ma non tutti riescono a vincerla. A salvarsi saranno davvero in pochi, soprattutto dopo il taglio delle poltrone. Il gioco preferito? Fare fuori "l'altro". Il parlamento è il nuovo Squid Game.

Settimana movimentata tra i palazzi romani. Tanti, troppi retroscena su chi va con chi e in cambio di cosa. Perché si sa, le elezioni si avvicinano e a pensare male si fa bene. C’è sempre un interesse personale dietro ad ogni “movimento”. Inutile nasconderlo. Potremmo parlare degli umori dei grillini rimasti con Giuseppe Conte, tra chi vorrebbe uscire dal governo e tra chi, invece, vorrebbe restare; delle aspettative per una prossima candidatura dei dimaiani che, finalmente, dopo mesi di guerra interna al movimento, hanno deciso di gettare la maschera; delle preoccupazioni del PD: “e ora, con chi ci alleiamo, con Giuseppe o con Di Maio?”; o delle manovre per la costruzione del grande centro con l’aiuto di Tabacci.

E invece no, parliamo di Luigi Di Maio, delle sue innumerevoli giravolte. Di come, in questi anni, ha cambiato idea non una, non due, non tre ma decine e decine di volte. “Di Maio ha offerto il suo contributo al suicidio assistito del Movimento. Ha pensato di portare verso una buona morte i grillini e Grillo. Dall’albergo di lusso a cinque stelle all’Rsa “casa di riposo per grillini stanchi insieme per il futuro”, ci dice Vittorio Sgarbi. È proprio vero, nulla è per sempre, soprattutto in politica dove è facile dimenticare. Ma fino a che punto? Di Maio sicuramente ha già dimenticato, a partire dal motto che, per anni, lo ha accompagnato alla guida del movimento: “uno vale uno!” a “uno non vale l’altro”.

Ha proprio ragione Andrea Indini, che mi onoro di ospitare a La Buvette: “Se ci mettessimo a rileggere tutte le dichiarazioni rilasciate sei, sette anni fa, a stento riconosceremo il Di Maio di oggi. Ora non schifa più i voltagabbana, ora non crede più che “uno vale uno”. Ora è europeista dopo essere stato anti UE e anti euro. È anche diventato atlantista dopo aver sognato il superamento della Nato”.

E noi, quei momenti della (breve) vita politica di Gigi da Pomigliano li ripercorriamo nel podcast attraverso la sua stessa voce. Quella ancora non è cambiata. È lì, sul web che, sicuramente, è l’unico a non dimenticare. Impietoso, anche con Luigi. Oggi impeccabile nel suo vestito sartoriale il ministro degli Esteri si dice pronto a tutto pur di salvare il governo di Mario Draghi.

“La parte più divertente del trasformismo di Luigi Di Maio è l’abiura all’odio e al populismo.

- sottolinea Andrea - Ci arriva dopo anni di gogne sui social, di liste di proscrizione contro i giornalisti nemici, i vaffa day, di campagne mediatiche giustizialiste… se ne accorge solo ora? Meglio tardi che mai, però ora staremo a vedere se ha cambiato davvero o è solo una mossa politica”. Ma Vittorio è severo: “Difficile che Di Maio cambi idea, non ne ha mai avute”.

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