Cartelle, sanità e taglio delle tasse. La partita incrociata della manovra

I paletti dei conti e le battaglie di Lega, Fdi e Forza Italia. "Troveremo tutte le risorse"

Cartelle, sanità e taglio delle tasse. La partita incrociata della manovra
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La tanto attesa sforbiciata alle tasse del ceto medio, l'edizione quinquies della rottamazione delle cartelle, la stabilizzazione, con ritocchi eventuali, dell'Ires premiale. Sono i punti cerchiati in rosso negli appunti di lavoro del governo che ha aperto il cantiere della manovra. E sono tutti obiettivi che dovranno fare i conti con le risorse disponibili.

Un intervento sui redditi fino a 60mila euro, tagliando di due punti l'aliquota intermedia (dal 35% al 33%), costa attorno ai 4 miliardi, secondo i calcoli di Forza Italia che ha fatto del ceto medio la sua «bandiera» per la nuova legge di Bilancio. A spingere sulle cartelle è invece la Lega, che sta portando avanti la sua battaglia anche con un disegno di legge che è al vaglio del Senato. Le risorse necessarie, secondo i rumors parlamentari, si aggirerebbero attorno ai 5 miliardi. Certo, molto dipenderà dai paletti che saranno indicati a una eventuale rottamazione-quinquies, che a questo punto però comincia ad avere buone chance di essere realizzata. Sempre gli azzurri, metteranno sul tavolo anche la sanità, per la quale il ministro Orazio Schillaci ha già fatto sapere di avere spuntato circa 2 miliardi aggiuntivi dopo i primi colloqui con Giancarlo Giorgetti.

Il ministro dell'Economia continua a predicare prudenza, perché il governo è riuscito ad ottenere il calo dello spread e il miglioramento del rating, ma le regole fiscali europee sono cambiate e lasciano pochi margini per agire sulla leva del deficit. E anche perché l'esecutivo accarezza l'obiettivo di portare l'asticella sotto il 3% già nel 2026, centrando l'uscita dalla procedura di infrazione con un anno di anticipo.

Intanto si inizia, comunque, a ragionare sulle misure. La priorità fiscale del governo - come promesso dalla premier Giorgia Meloni - è quella di proseguire sulla riduzione delle tasse concentrandosi sul ceto medio. Ieri a Rimini il presidente della commissione Finanze della Camera, Marco Osnato, ha ribadito che nella prossima Legge di bilancio Fratelli d'Italia punta a un taglio delle tasse per il ceto medio, con la riduzione dell'aliquota dal 36% al 33% per i redditi fino a 60 mila euro. «Dopo aver aiutato le fasce più deboli nelle prime manovre, ora possiamo fare uno sforzo in favore del ceto medio, colpito dall'aumento del costo della vita», ha spiegato, richiamando poi l'urgenza di affrontare la questione abitativa nelle grandi città e il calo della natalità, definito «uno dei macigni che rischiano di abbattersi sulla società occidentale».

Per Osnato servono «misure strutturali di sostegno alle famiglie», accanto a una riflessione culturale. Sul concordato preventivo biennale, Osnato ha difeso la misura respingendo l'idea di una «sanatoria», ricordando come abbia consentito a circa 190mila contribuenti di regolarizzare la propria posizione e portato a un aumento delle entrate fiscali.

Tra gli alleati di governo, la Lega punta sulla pace fiscale con la rottamazione definitiva delle cartelle. Matteo Salvini ha aumentato il pressing sugli alleati sfoderando ottimismo: «Sono convinto che la portiamo a casa». E anche ieri al Meeting di Rimini, il sottosegretario leghista al Lavoro, Claudio Durigon, ha sottolineato che con la nuova rottamazione le cartelle «non le togliamo, ma diamo un'agevolazione» con la possibilità di rateizzazione lunga, quindi «è vero che c'è una copertura» necessaria nei primi anni ma «è vero anche che c'è una sostenibilità futura. Io non sono la Ragioneria, poi faremo i conti bene ma credo che con le giuste e adeguate formule ci sarà una sostenibilità per dare un ristoro alle famiglie in difficoltà con le cartelle». Poi «se costerà due o tre miliardi vedremo il conteggio finanziario e come poter trovare queste risorse», ha aggiunto.

Sabato sul tema era intervenuto anche il sottosegretario al Mef, Federico Freni, precisando che «non c'è alcuna contrapposizione tra la rateizzazione delle cartelle fiscali e la riduzione dell'Irpef per il ceto medio. Si troveranno le risorse per fare entrambe le cose».

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