Francia spaesata. L'Eliseo ondivago simbolo di declino

Esecutivo senza una linea fissa: al governo "balneare" i cittadini non credono più

Francia spaesata. L'Eliseo ondivago simbolo di declino
00:00 00:00

Emmanuel Macron ha definito Putin un "ogre", un orco, un predatore che ha bisogno di mangiare per sopravvivere. Eppure, un mese fa si è intrattenuto in una lunga telefonata, oltre un'ora, con l'ogre Putin, l'orco cattivo. Molti commentatori, non solo le opposizioni, hanno osservato che, questo atteggiamento del presidente francese, è quantomeno ondivago, oscilla tra la volontà di proporsi come mediatore, protagonista del gran gioco internazionale, per poi ripiegare nel ruolo di capo della fazione intransigente nei confronti della Russia. Qualcuno ricorda come in piena Guerra Fredda, nel 1966, il generale De Gaulle, lasciando attoniti gli americani, fece un gesto forte recandosi in visita ufficiale in Urss e siglando addirittura un trattato di collaborazione franco-sovietico. Ma il generale aveva una visione, una tempra e un prestigio che gli venivano dalla sua storia personale.

Sono mesi che Emmanuel Macron si è immerso in un iperattivismo sulla scena internazionale, che secondo alcuni spesso velleitario, secondo altri per coprire le gravi difficoltà interne. Ha fatto un lungo viaggio in Asia, soprattutto in quella che era una volta l'Indocina francese (dove ha rimediato lo schiaffo di Brigitte prima di scendere dall'aereo), ha telefonato a Putin, ha provato a rilanciare l'asse franco-tedesco, ha copresieduto le riunioni dei cosiddetti volenterosi. Il presidente francese ha avuto, inoltre, una dura polemica con il primo ministro israeliano Netanyahu che lo ha accusato di fare poco nella lotta all'antisemitismo in Francia.

Questa proiezione internazionale avviene in un quadro interno carico di incognite, con un governo, quello di François Bayrou, privo di una maggioranza parlamentare, paralizzato nell'incapacità di fare quelle riforme sociali di cui la Francia avrebbe bisogno. L'idea partorita da Bayrou di abolire la Pasquetta ha generato più ironia che altro.

La scorsa settimana, in un lungo e dettagliato articolo, il quotidiano Le Monde, che ha fama di giornale progressista, ha esordito: "Ai francesi, sentirlo fa male. Ma, agli occhi di gran parte degli investitori, non ci sono più dubbi: l'Italia di Giorgia Meloni è attualmente credibile quanto la Francia in materia di finanze pubbliche. O anche di più". I mercati hanno consacrato che i titoli pubblici italiani sono più affidabili di quelli francesi, un risultato per certi versi storico.

Da settimane sui social francesi è in atto un "tam-tam" per chiamare alla mobilitazione per il prossimo 10 settembre, lo slogan è "Bloquons tout", blocchiamo tutto, il movimento si definisce apartitico ma le affermazioni che fa sono molto radicali. Il leader della sinistra, Jean-Luc Mélenchon sta provando a cavalcarlo, la leader della destra Marine Le Pen, ha dato libertà ai suoi militanti di partecipare. Qualcuno evoca i moti del 1934 a Place della Concorde, quando estrema destra ed estrema sinistra si ritrovarono insieme.

Storia a parte, è curioso notare che quelle espressioni che connotavano, in passato, i mali endemici della politica italiana adesso siano entrati nel lessico giornalistico francese. Tutti a ripetere: il governo Bayrou è un "governo balneare", la Francia si avvia verso un "autunno caldo".

Più di tutto parlano i sondaggi, quello Ifop/Journal du Dimanche, ha affermato che Emmanuel Macron, presidente dal 2017, e François Bayrou, diventato primo ministro a dicembre scorso formano la coppia esecutiva più impopolare della Quinta Repubblica. Il Presidente raccoglie il 19% dei consensi, il primo ministro solo il 18%. Peggio di Macron fece Hollande, precipitato al 13% ma poiché il suo primo ministro Manuel Valls aveva il 38%, la coppia era al 51%, contro il 37% del duo Macron-Bayrou.

Il grande scontro autunnale sarà sull'economia e sui sacrifici che Bayrou vuole imporre alla Francia, con un grande debito, che sfiora il 114 per cento del Pil, il terzo della zona euro, il governo deve trovare circa 44 miliardi per tentare di contenere il deficit e per finanziare il grande riarmo militare annunciato da Macron. Impresa disperata senza una maggioranza parlamentare.

La Francia è una grande nazione, con una grande storia e tradizione, le sue idee e la sua cultura hanno

forgiato molti valori occidentali. È stridente il contrasto tra un nobile passato e le incertezze del presente. Tutti i francesi si domandano: fino a quando la Francia potrà reggere le sfide globali senza un governo stabile?

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica