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Gozi al servizio dei francesi, va revocata la cittadinanza italiana

Gozi al servizio dei francesi, va revocata la cittadinanza italiana

Egregio presidente del Consiglio,

Sandro Gozi, già sottosegretario della presidenza del Consiglio del governo Renzi con delega agli affari europei, secondo autorevoli fonti giornalistiche, non smentite neanche dallo stesso interessato, a breve verrà nominato, in seno al governo francese, responsabile degli affari europei.

Non capiamo da dove possa scaturire tanta riconoscenza da parte dello Stato francese nei confronti di Sandro Gozi.

Escludendo che l'ammirazione e la riconoscenza per Sandro Gozi maturi per l'indagine radicata nella Repubblica di San Marino per una asserita consulenza fantasma di 220.000 euro, dobbiamo, fatalmente, concludere che i meriti di Gozi presso lo Stato francese siano maturati nel periodo in cui rappresentava lo Stato italiano in Europa.

Il problema, se così fosse, è che i meriti maturati presso il governo francese potrebbero coincidere con demeriti nei confronti dello Stato italiano.

È proprio per fare chiarezza su questa vicenda dai contorni inquietanti che abbiamo chiesto di sapere quali dossier abbia trattato Sandro Gozi in Europa ed in particolar modo quali, fra questi, avessero come controparte o cointeressato il governo francese.

A prescindere da questa doverosa indagine, abbiamo presentato una interrogazione al governo italiano per chiedere di intimare a Sandro Gozi di rinunciare alla carica presso il governo francese, pena la revoca della cittadinanza italiana.

Le norme sulla cittadinanza italiana precisano che, motivo di perdita della cittadinanza italiana, possa essere proprio il conseguimento di cariche pubbliche da parte di uno Stato estero.

Segnatamente l'art. 12 della Legge 91 del 5.02.1992 recita «Il cittadino italiano perde la cittadinanza se, avendo accettato un impiego pubblico o una carica pubblica da uno Stato o ente pubblico estero o da un ente internazionale cui non partecipi l'Italia, ovvero prestando servizio militare per uno Stato estero, non ottempera, nel termine fissato, all'intimazione che il governo italiano può rivolgergli di abbandonare l'impiego, la carica o il servizio militare».

La norma è finalizzata a tutelare l'interesse nazionale e non v'è dubbio alcuno che Sandro Gozi, nella sua veste di sottosegretario alla presidenza del Consiglio italiano, abbia potuto avere accesso a informazioni rilevanti per l'interesse nazionale che, fatalmente, possono non coincidere con interessi del governo francese.

La norma ha trovato rare applicazioni, anche perché, per fortuna, rare volte abbiamo assistito a parabole politiche simili quelle di Sandro Gozi.

Per chi abbia una visione sacra dell'appartenenza alla comunità nazionale è deprimente assistere al calcio mercato applicato al governo della Nazione con relativi cambi di bandiera e tanto basterebbe, per noi, per intimare immediatamente a Sandro Gozi il recedere dall'insano proposito, avvertendolo che, diversamente, gli sarà revocata la cittadinanza italiana.

Non che Sandro Gozi sia un «giocatore» da tenere stretto nel nostro campionato, ma ne va della dignità della classe politica italiana.

Non crediamo di poterci appellare al sentimento nazionale nei confronti di Sandro Gozi: parafrasando il Manzoni, l'amor patrio, uno, se non ce l'ha, mica se lo può dare!

Ci appelliamo a Lei, viceversa, per motivi di interesse nazionale ed internazionale che dovrebbero impedire a chi abbia avuto la possibilità di accedere a dossier rilevanti per l'interesse nazionale di cambiare casacca impunemente e militare per altre nazioni.

Le chiediamo, quindi, di avvisare Sandro Gozi che non sarà tollerata la sua scelta, rispetto alla quale non esiterà alla intimazione di legge e alla conseguenziale procedura di revoca della cittadinanza.

Siamo sicuri che vorrà tutelare l'immagine e l'interesse della Nazione, spiegando così, al mondo intero, che la cittadinanza italiana è fatto serio, di cui essere orgogliosi e che non consente di abbracciare la bandiera del miglior offerente.

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