Green Hill, animalisti in piazza a Roma La Brambilla: fermare la vivisezione

La Brambilla e gli animalisti in piazza a Roma per sostenere la norma che consente la chiusura del "canile-lager" Green Hill

Green Hill, animalisti in piazza a Roma La Brambilla: fermare la vivisezione

La Brambilla e gli animalisti in piazza a Roma per sostenere la norma che consente la chiusura del "canile-lager" Green Hill. I volontari dell’Ente nazionale protezione animali (Enpa), della Lega nazionale per la difesa del cane (Lndc) della Lega anti vivisezione (Lav), della Lega italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente (Leidaa) e dell’Oipa (Organizzazione nazionale protezione animali), insieme al comitato "Occupy Green Hill" si sono radunati al Pantheon per dire no alla modifica dell’articolo 14 della legge comunitaria 2011 già licenziata dalla Camera che vieta, tra l’altro, di eseguire esperimenti su animali senza anestesia e di allevare sul territorio nazionale cani, gatti e primati destinati alla vivisezione.

Il testo dell’articolo 14 licenziato dalla Camera, confermato dalla Commissione Igiene e Sanità del Senato, spiegano gli animalisti, con quello che viene definito un "colpo di mano" delle multinazionali farmaceutiche rischia di essere modificato in commissione Politiche dell’Unione Europea da un emendamento che consentirebbe di superare le restrizioni introdotte alla Camera e impedirebbe anche la chiusura di Green Hill, per la quale si sarebbe schierato anche il ministro della Salute, Renato Balduzzi.

Michela Vittoria Brambilla, ex ministro del Turismo e deputata del Pdl, ha spiegato: "Questo è l’ultimo delicatissimo passaggio e io credo nella buona politica, quella che fa gli interessi dei cittadini, e che non si piega agli attacchi delle multinazionali". "È stato dimostrato che la vivisezione è dannosa e addirittura pericolosa per la ricerca scientifica- ha detto la Brambilla - bisogna incentivare metodi alternativi come quelli utilizzati negli Usa da anni, che basandosi su analisi di cellule umane rendono la sperimentazione dei farmaci anche più sicura per chi ne usufruisce".

E poi, ancora, contro le multinazionali: "Solo il peso di enormi interessi economici – afferma l'on. Brambilla - può spiegare l’accanimento con cui certa parte del mondo scientifico si arrocca dietro un’anacronistica difesa della vivisezione, non soltanto ignorando i diritti degli animali ma ostacolando l’applicazione, l’affermazione e lo sviluppo di metodi alternativi fondati sulle colture di cellule umane e quindi più sicuri per la nostra salute. Quando leggo o sento dire, anche da autorevoli scienziati italiani, che la sperimentazione sugli animali è assolutamente necessaria per la salute umana, mi rendo conto di come i cittadini siano stati presi in giro per troppi anni. Forse non tutti, infatti,  sanno che il 92 per cento dei farmaci che risultano innocui sugli animali sono poi scartati durante le prove cliniche sull’uomo ("Pubmed", Gran Bretagna). Che secondo Ralph Heywood, ex direttore del centro di ricerca Huntington Life Sciences, la percentuale di coincidenza tra le reazioni dell’animale e quelle dell’uomo varia tra il 5 e il 25 per cento. Che raggiunge l’82 per cento la quota di medici inglesi preoccupati per i danni prodotti dalla sperimentazione animale (studio di TNS Healthcare).

Che le risposte dei test eseguiti sui topi rispetto a quelle fornite dai ratti, loro stretti parenti, differiscono nel 60 per cento dei casi: figuriamoci la differenza fra uomini e topi. Che dei 100 vaccini anti-Aids elaborati avvalendosi della sperimentazione sulle scimmie non uno è stato applicato all’uomo".

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