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I 20 milioni spesi dal Cnr per l'affitto della sede in Calabria

Tra il 1990 a oggi il Consiglio nazionale delle ricerche ha speso 40 miliardi delle vecchie lire per affittare una sede nell'entroterra cosentino

I 20 milioni spesi dal Cnr per l'affitto della sede in Calabria

Negli ultimi 25 anni il Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche) ha speso circa 20 milioni di euro per affittare una propria sede distaccata a Pian del Lago, Mangone, entroterra di Cosenza. Una cifra spropositata per il valore di quel fabbricato, tanto che a un certo punto gli stessi proprietari si offrirono per tagliare il canone del 40 per cento. Ma senza ricevere risposta.

È la storia raccontata da Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera, una storia tipicamente italiana fatta di sprechi e negligenza. Perché quando si tratta di soldi pubblici, la parola "risparmio" non viene presa minimamente in considerazione. Neppure se di mezzo c'è la sede distaccata di un ente pubblico.

Tutto parte nel 1990, quando il Cnr prende in affitto per nove anni i locali di uno stabilimento di 4 mila metri quadri di Mangone, piccola località alle porte di Cosenza. Il canone è spropositato, pari a 1 miliardo e 100 milioni l'anno. Ma a un certo punto arriva l'Istituto di Scienze neurologiche. Al Cnr si sentono "strettini" e affittano un altro pezzo del fabbricato.

Altri 200 milioni e passa di lire, 187 mila euro di oggi, pari a un milione e 300 mila euro di oggi. I governi passano, ma l'affitto rimane attaccato alla poltrona. Nel 2001, quando ci sarebbe l'occasione di non rinnovare l'affitto o farlo a un prezzo molto più vantaggioso, ci si accontenta di un nuovo contrattino da un miliardo e 369 mila lire (900 mila euro di oggi).

Negli anni successivi, i fondi tagliati dal governo al Cnr portano alla sensibile riduzione del numero di dipendenti impiegati nella piccola - ma costosa - sede calabrese. Finché nel 2012, forse vergognandosi per l'altissimo canone pagato dal Cnr con i soldi dello Stato, i proprietari dell'edificio propongono di abbassarlo del 40 per cento. Risposta? Nessuna.

Solo nel 2014, dopo un'interrogazione presentata dal senatore del Movimento 5 Stelle Nicola Morra, il Cnr si sveglia. E dieci giorni dopo, con una nota della direzione generale, accetta l'abbassamento del canone da 842,646,68 euro a 505.588,01. Peccato che nel frattempo l'Agenzia delle Entrate abbia stabilito la cifra più congrua per l'affitto: 163.150 euro.

E sempre l'Agenzia delle Entrate fissa il valore del fabbricato in 2,6 milioni di euro, otto volte meno del canone pagato in tutti questi anni dal Cnr,

cioè dallo Stato. In base alle ultime informazioni raccolte da Stella, il contratto di affitto sarà disdetto prima della scadenza nel 2019. Anche perché, negli ultimi anni, i dipendenti si sono ridotti a 16.

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