I giudici: "Martina morta per sfuggire a violenza sessuale"

"Cadde dal balcone per sfuggire a un tentativo di violenza sessuale": così si legge nella motivazione della sentenza con cui la Procura di Arezzo ha condannato a 6 anni di carcere i due ragazzi che volevano stuprare la 20enne Martina Rossi

I giudici: "Martina morta per sfuggire a violenza sessuale"

"Fuggiva per sfuggire a un tentativo di violenza sessuale". È questo il succo delle motivazioni della sentenza con cui la Procura di Arezzo, il 14 dicembre 2018, ha condannato in primo grado a 6 anni di carcere Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, i due ragazzi che il 3 agosto 2011, a Palma di Maiorca, tentarono di stuprare la 20enne genovese Martina Rossi. Secondo i giudici, la giovane cadde dal sesto piano di un hotel dopo avere tentato di saltare verso il balcone della stanza attigua, precipitando così nel vuoto.

Martina si trovava in vacanza in Spagna con alcune amiche e alloggiava all'hotel Sant'Ana di Palma de Maiorca. La magistratura iberica aveva archiviato il caso come suicidio. Una tesi mai accettata dai genitori e dagli amici della giovane, che hanno convinto la Procura di Genova a riaprire l'inchiesta per accertare la verità. Verità che è venuta a galla grazie all'idea degli inquirenti di piazzare una microspia nella saletta dove i due ragazzi che si trovavano quella sera in stanza con Martina attendevano di essere interrogati. Era il febbraio 2012. Quando il primo tornò per far entrare l'altro, lo avvisò dell'assenza di segno di un tentato stupro. A cui però gli inquirenti non avevano neppure accennato.

Di lì l'inizio di un lunghissimo iter giudiziario con il rinvio a giudizio di Albertoni e Vanneschi e la condanna a 6 anni di reclusione per ognuno di loro: 3 per tentata violenza sessuale di gruppo e altrettanti per morte in conseguenza di altro reato.

Secondo la ricostruzione dei giudici, le amiche di Martina si erano appartate in una stanza al primo piano dell'albergo insieme a due aretini, Federico Basetti ed Enrico D'Antonio. Mentre lei, per non disturbare, salì alla camera 609 con Albertoni e Vanneschi. Che provarono a violentarla. Lei provò a fuggire saltando verso un altro balcone, scivolando e cadendo giù.

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