C'è chi sostiene che la spallata che i grillini vorrebbero dare al sistema politico è simile a quella che Forza Italia diede nel '94. In realtà il paragone è improponibile, e non solo perché i Cinque Stelle non sono una novità assoluta come lo fu allora il Polo delle Libertà: hanno una legislatura alle spalle, fallimentare (tanto casino, nessun risultato) come le prove di governo che stanno dando in tre importanti città che amministrano, Roma, Torino e Livorno. La differenza principale è banale: Luigi Di Maio non è Silvio Berlusconi, che quando scese in politica aveva già dimostrato capacità personali che lo avevano portato a essere tra i primi cinquanta uomini più ricchi al mondo. Ma ancora prima di esperienza e talenti che non sono cosa da poco c'è uno spartiacque decisivo: Silvio Berlusconi è un costruttore (lo ha fatto anche di mestiere), Grillo e Di Maio sono dei distruttori, neppure tanto bravi visto che avevano promesso cinque anni fa di «aprire il Parlamento come una scatola di tonno» e invece non hanno toccato palla.
Berlusconi dopo aver «costruito» un nuovo partito e questa è l'unica cosa in comune con Grillo è andato avanti, «costruendo» intorno a Forza Italia una coalizione che pescava tra le più nobili tradizioni della politica e della storia del Paese: liberali, socialisti, cattolici, destra sociale e radicali. I Cinque Stelle viceversa distruggono per principio qualsiasi cosa incontrino sulla loro strada: «Alleanze? È come chiedere a un Panda di mangiare carne», ha detto ieri Grillo chiudendo ogni ipotesi di dialogo con altri partiti (certo, i Panda mangiano solo bambù, e forse proprio per questo sono in via di estinzione).
La distruzione ha un suo fascino, è innegabile, ma se non si pensa che chi distrugge lascia macerie. E sotto le macerie in questo caso ci siamo noi, come stanno sperimentando i cittadini romani. Un saggio cinese disse che «la distruzione lascia solamente devastazione non solo per gli sconfitti ma anche per i conquistatori».
Non so come la pensiate, ma anche dopo la fallimentare esperienza del rottamatore Renzi io penso che l'Italia ha
bisogno sì di qualche bonifica ma soprattutto di costruttori esperti e collaudati.Distruggere il passato e non essere capaci di costruire il futuro è come il marito che per fare dispetto alla moglie si taglia gli attributi.
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