I "porti chiusi" aiutano la Libia. I migranti restano per lavorare

Il 57 per cento dei migranti in Libia si affitta una casa dopo aver trovato lavoro. E la lotta alle ong diventa un deterrente per le partenze

I "porti chiusi" aiutano la Libia. I migranti restano per lavorare

I porti chiusi? Funzionano sia in Italia che in Libia. Già perché di fatto la serrata dei porti voluta da Salvini ha portato a un forte ridimensionamento degli sbarchi nel nostro Paese. Ad oggi sono sbarcati in Italia 3.186 immigrati illegali contro i 17.374 sbarcati a luglio dello scorso anno (meno 81,66%). Un dato che parla da solo e che di fatto sottolinea come la strategia del Viminale possa funzionare nel lungo periodo.

Ma in questo senso va evidenziato un altro aspetto. Da tempo il ministero degli Interni porta avanti un braccio di ferro duro con le ong. Gli ultimi episodi, il caso Alex e quello della Rackete hanno acceso ancora di più lo scontro ma di fatto c'è un altro risultato che va preservato dietro le continue liti tra il Viminale e i buonisti che salvano i migranti sottraendoli alle Guiardie Costiere. Il risultato da preservare è quello raggiunto in Libia dove, secondo i dati dell'Oim dei 641mila migranti presenti solo in 5mila hanno cercato di raggiungere il nostro Paese. Come sottolinea Analisi Difesa, l'effetto calamita delle ong ha cambiato i flussi in partenza per l'Italia. Abbattendo questo tipo di richiamo per i migranti, necessariamente diminuiranno anche gli arrivi in Libia, porto di partenza per chi tenta la traversata verso l'Italia. Ed ecco dunque alcuni dati per spiegare meglio questo punto. Secondo l'Oim i migranti presenti in Libia sono circa 650mila. Ma di questi solo 6-7 mila vivono nei lager libici.

Gli altri invece si trovano in Libia per lavoro. Il 57 per cento infatti vive in locali affittati a proprie spese, il 12 per cento in campi informali, il 10 per cento in case pagate dai datori di lavoro e l'8 per cento vive proprio sul posto di lavoro. Soffermandosi su quel 57 per cento di migranti che vivono in case affittate emerge il quadro di una maggioranza che si trova sul territorio libico per motivi di lavoro e che dunque non tenta la traversata verso l'Italia sapendo che i porti sono chiusi. Ed è per questo motivo che le politiche del Viminale contro le ong cominciano a dare i primi risultati concreti.

Il piano è quello di scoraggiare le partenze ma anche di stabilizzare il punto di partenza che in questo caso è la Libia. Con le ong fuori gioco, le partenze dalla Libia diminuiscono ma potrebbero diminuire anche gli arrivi nel Paese del Nord Africa. Un effetto collaterale della politica indigesta ai buonisti.

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