Behailu Kebede è il tassista etiope che viveva nell’appartamento numero 16, al quarto piano della Torre Grenfell di Londra, quella andata in fiamme e che ha strappato ad almeno 100 persone. Proprio dall'appartamento del 44enne è partito l'inferno di fuoco che si è inghiottito il grattacielo per intero.
"Non posso sopportarlo"
"Sono disperato, conoscevo così tanti di quelli che sono morti nell’incendio" racconta agli amici. Maryann Adam, una vicina 41enne, che viveva nell’appartamento accanto: "Ha bussato alla mia porta e mi ha detto che c’era un incendio nella sua cucina. Era mezzanotte e 50, me lo ricordo perché mi ha svegliato. Nella stanza c’era poco fuoco - spiega ancora -L’ho visto perché la porta era aperta. Non ha suonato nessun allarme". Un altro amico racconto al Mirror: "Ha chiamato la polizia e ha subito spiegato quello che stava accadendo". L'incendio sarebbe partito da un mlafunzionamento del frigorifero di Kebede: "Non riesce a perdonarsi per quanto accaduto ma sa che non poteva fare altro. È sollevato solo dall’essere riuscito ad avvertire i suoi vicini", come riporta il Corriere della Sera.
L’allarme sarebbe stato lanciato da Kebede: la prima telefonata al numero d'emegenze è alle 12.54. In 6 minuti i vigili sono sul posto, ma in mezz'ora il grattacielo è una pira di fuoco.
Il conteggio dei morti aumenta ora dopo ora, si stima che ci siano almeno 100 vittime, tra questi tanti clandestini. Chi è stato vicino a Kebede in quelle ore rivela che ha ripetuto di continuo: "Così tante persone hanno perso la vita, non posso sopportarlo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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