Mentre piazza Monte di Pietà, dov'è stata allestita la camera ardente, si riempie nonostante la pioggia di quanti - dai semplici cittadini al presidente del Consiglio Giuseppe Conte - sono venuti a rendere omaggio al vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, gli inquirenti lavorano senza sosta per portare alla luce tutti i tasselli mancanti della notte tra giovedì e venerdì in cui si è consumata la tragedia. Intanto è stato individuato dai carabinieri il pusher che quella sera ha venduto dell'aspirina, al posto della cocaina, ai due americani che sono accusati di omicidio e tentata estorsione. L'uomo, italiano, sarà denunciato nelle prossime ore per reati inerenti alla droga. Rischia la denuncia anche Sergio, l'uomo con il borsello che avrebbe accompagnato i due giovani dal pusher facendo in qualche modo da 'intermediariò: il suo ruolo è apparso poco chiaro sin dall'inizio. Entrambi potrebbero essere ascoltati nelle prossime ore.
È quell'incontro che dà il via alla tragedia. I due americani fuggono via con il borsello dell'uomo. Lui si fa prestare un cellulare, chiama il suo numero: risponde Gabriel Natale Hjorth - un suo compagno di scuola lo definisce 'un cattivo ragazzò conosciuto come 'un delinquentè - e chiede in cambio soldi e droga per la restituzione. A quel punto Sergio chiama il 112. "Mi hanno rubato la borsa, ho richiamato col telefono e mi hanno chiesto il riscatto - spiega all'operatrice - Ora io devo fare denuncia, dentro ho i documenti, non vi dico i soldi, il codice fiscale, patente tutto. Se potete venire vi do il numero e se loro vi rispondono forse potete rintracciarli. Perché mi sono pure scappati, li ho rincorsi con la bicicletta e non li ho presi, loro sono a piedi. Io aspetto in piazza Gioacchino Belli, sono con una bicicletta grigia, pantaloncini blu e scarpe bianche". Poco dopo i carabinieri richiamano, il proprietario del telefono lo passa a Sergio. "Le hanno chiesto dei soldi in cambio?", chiede il carabiniere.
"Sì". "Sono con lei?" "No, sono scappati, hanno preso la borsa. Mi dice se hai 80-100 euro, poi li ho visti scappare e li ho inseguiti, gli ho corso appresso ma niente". "Volevo capire se mandare qualcuno in abiti civili, ha capito? vi mando una pattuglia", risponde il militare. Sul posto arrivano Mario Cerciello Rega e il suo collega. Con Sergio richiamano i due studenti, fissano un appuntamento cui si presentano i carabinieri. E quello che sembrava un servizio semplice finisce in tragedia. Elder Finnegan Lee, che ha confessato agli inquirenti di non aver capito che i due uomini fossero carabinieri, tira fuori un coltello, colpisce ben 11 volte Cerciello che si accascia al suolo. Poi la fuga in hotel, il tentativo di disfarsi delle prove - lo zaino, il coltello, i vestiti - i militari dell'Arma che li trovano in stanza e li arrestano.
"Siamo scioccati e sgomenti per gli eventi accaduti, ma abbiamo pochissime informazioni indipendenti. Non siamo stati in grado di avere alcuna comunicazione con nostro figlio", dicono in una nota i famigliari di Lee. "I nostri pensieri sono rivolti a tutti coloro che sono stati colpiti da questa tragedia", aggiungono, esprimendo "le più sentite condoglianze alla famiglia e alla comunità".
Lunedì si terranno alle 12 i funerali di Cerciello nella stessa chiesa di Somma Vesuviana, il paese nel napoletano di cui è originario, dove si era sposato poco più di un mese e mezzo fa. Sarà monsignor Santo Marcianò, ordinario militare, a celebrarli: "Sarà un momento veramente intenso", confida a LaPresse il vescovo. Ci saranno i due vicepremier, Matteo Salvini e Luigi Di Maio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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