Innovative terapie per la colite ulcerosa

Una vita condizionata da sintomi ciclici e invalidanti, complicanze gravi che richiedono ricoveri in ospedale, e, nella peggiore delle ipotesi, interventi chirurgici. Le malattie infiammatorie croniche intestinali, conosciute come Mici (Colite ulcerosa e malattia di Crohn), possono essere una pesante ipoteca per la qualità di vita, di chi ne soffre: almeno 200mila le persone nel Paese, più di 3milioni in Europa. Per lo più giovani tra i 16 e i 35 anni, in piena attività produttiva e lavorativa. Anche se vi è un secondo picco di incidenza dopo i 65 anni di età. Seppur raramente, le Mici possono affliggere anche i bambini in età pediatrica e adolescenziale. «Le due malattie, hanno un andamento caratterizzato da fasi di remissione e riacutizzazione, variabili da soggetto a soggetto», spiega Ambrogio Orlando, divisione medicina interna, dell'AO Cervello di Palermo. «Nel 30-40 per cento dei casi l'andamento clinico richiede trattamenti aggressivi, o l'intervento chirurgico». Le terapie biologiche, in grado di intervenire sulla progressione della malattia, offrono al paziente la possibilità di poter condurre una vita, piena e indipendente. L'avanzamento in questo ambito, è rappresentato da un nuovo anticorpo monoclonale, golimumab, un anti Tnf-alfa, a somministrazione sottocutanea. Il farmaco, disponibile ora anche in Italia, è indicato per i pazienti con colite ulcerosa di grado moderato-severo, non rispondenti alle terapie tradizionali. L'Aifa lo scorso gennaio ne ha decretato la rimborsabilità. «L'arrivo in Italia di golimumab è un'importante opportunità, un'arma in più per noi clinici. I pazienti, dopo la prima somministrazione, possono autosomministrarsi il farmaco con le penne pre-riempite una volta ogni 4 settimane», ricorda Alessandro Armuzzi, unità operativa di diagnosi e terapia delle Mici, Columbus, università Cattolica di Roma.

Progetti, di chi deve convivere con le Mici, potranno essere raccontate nel progetto «Ora che mi ci fai pensare», promosso da Amici onlus, in collaborazione con Ig-Ibd ed Efcca e con il sostegno di Msd: pazienti e familiari diventano attori e registi e fino al 30 aprile potranno caricare i video con le loro storie sul sito www.orachemicifaipensare.it.

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