Cronache

Kalashnikov e Corano: indagato dalla Digos un albanese ospitato in Friuli

Il caso del diciottenne Demir Jonuzi tiene Cividale col fiato sospeso: ora è in Albania, ma per otto mesi è stato ospitato nel centro d'accoglienza cittadino. Si teme il rischio estremismo

Kalashnikov e Corano: indagato dalla Digos un albanese ospitato in Friuli

Immigrato in Italia dall'Albania, ospitato per sette mesi in un centro d'accoglienza di Cividale del Friuli e quindi rimpatriato in fretta e furia al compimento della maggiore età. Ora che è ritornato nel Paese natale si fa immortalare sul social network mentre brandisce armi e indica il Corano con aria minacciosa. E - dettaglio non di poco conto - con ogni probabilità mantiene contatti regolari con le sue vecchie conoscenze italiane.

È la storia di Demir Jonuzi, diciottenne albanese fermato in Friuli nel settembre 2013 ed ospitato al centro d'accoglienza per minori non accompagnati del centro friulano, il Civiform. Qui è stato accolto per sette mesi, venendo anche inserito in un programma di corsi di formazione professionale, nel tentativo di offrirgli una possibilità d'integrazione. Tuttavia, spiega al Messaggero veneto il direttore del Civiform, Daniele Bacchet, "nella struttura ha subito originato situazioni negative. È stato un continuum di problemi, anche grossi".

Una valutazione riflessa anche nel rapporto regolarmente inviato dal Civiform al ministero per le Politiche sociali, contrassegnato da un "giudizio pessimo" sul ragazzo. Demir, spiega sempre Bacchet, "sperava di trovare appoggi, ma è andata diversamente. Nel momento in cui ha raggiunto la maggiore età, ad aprile dello scorso anno, l'abbiamo rimandato in Albania". Da allora, sul suo profilo Facebook sono apparse foto inquietanti: selfie in cui si fa ritrarre con kalashinkov (che però non mancavano nemmeno prima del suo trasferimento a Cividale) e immagini in cui viene immortalato nell'atto di indicare il Corano con fare minaccioso.

La scoperta è stata possibile grazie all'iscrizione dello stesso Demir al "gruppo" Facebook "Sei di Cividale se...": un dettaglio che apre un ulteriore canale di comunicazione con amici e conoscenti in Italia e che dato vita a una querelle politica. Sul caso indaga la Digos di Udine, mentre il consigliere regionale di FI Roberto Novelli attacca: "Il tema dell’integrazione non deve essere mai confuso con una tolleranza eccessiva. Le immagini postate – aggiunge – sono allarmanti e impongono una riflessione attenta: è verosimile pensare, a questo punto, che anche in loco vi possano essere situazioni di estremismo."

Anche dal Pd, però non nascondono preoccupazione: "Nessun luogo è più impermeabile alle infiltrazioni delle ideologie fondamentaliste - spiega la capogruppo Claudia Chiabai - Noi dobbiamo manifestare resistenza al fenomeno dell’estremismo attraverso l’attaccamento ai valori di democrazia e dignità cui dà voce la Costituzione".

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