Lo strappo sulle adozioni gay: il tribunale di Roma dà il via libera

La decisione del giudice: "La piccola vive in un ambiente solido e affettivamente confortante"

Lo strappo sulle adozioni gay: il tribunale di Roma dà il via libera

"La compagna della madre biologica può adottare la bambina". A deciderlo, come racconta il Fatto Quotidiano, è stato il giudice Melita Cavallo del tribunale per i minorenni di Roma. Un verdetto molto simile a quello emesso poco più di un anno fa quando aveva legittimato, per la prima volta in Italia, una coppia omogenitoriale.

Concepita in una clinica all'estero, la bambina è nata in un ospedale italiano. Poi è arrivata la richiesta di adozione da parte della compagna della madre biologica che, nell’agosto dell'anno scorso, ha fatto partire la richiesta del tribunale capitolino al GIL Adozioni di redigere una relazione sulla condizione di vita delle due donne, sul rapporto con la bambina, sulle figure familiari di supporto e sull'inserimento a scuola. "La piccola Irene vive in un ambiente solido e affettivamente confortante – si legge nel documento – in grado di garantire una crescita armonica adeguata alla sua età. La bambina frequenta oltre ai parenti anche i tanti amici della coppia, la maggior parte dei quali sono famiglie eterosessuali. Le due donne sono in grado di riflettere sulle scelte educative per Irene, di discuterle e di condividerle nell’ottica di costruire per lei un percorso di vita che non le crei difficoltà, ma le fornisca strumenti adeguati a conoscere la sua storia e a farla sentire serena e in equilibrio con se stessa.

La tematica delle origini ed il modo di raccontarla alla bambina è un argomento da affrontare con gradualità e le due donne hanno deciso di farsi sostenere da specialisti". Sulla base di questa relazione il giudice Cavallo ha deciso di concordare l'adozione alla compagna della madre biologica.

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