Lago di Bolsena, mamma impiccata accanto al figlio di cinque mesi

Doveva essere un viaggio in Italia per ritrovare la serenità perduta dopo la nascita del figlio ed invece si è trasformato in una tragedia

Lago di Bolsena, mamma impiccata accanto al figlio di cinque mesi

Doveva essere un viaggio in Italia per ritrovare la serenità perduta dopo la nascita del figlio ed invece si è trasformato in una tragedia, con quello che per gli investigatori sarebbe, quasi con certezza, un caso di omicidio-suicidio. È l'orribile resoconto della scomparsa di una 22enne austriaca in vacanza in Italia, nel Viterbese, trovata impiccata con accanto il cadavere del figlioletto di 5 mesi coperto da un giacchetto ai piedi dell'albero dove la giovanissima mamma ha deciso di farla finita. Per chiarire definitivamente gli ultimi punti interrogativi ci saranno le autopsie sui cadaveri, anche se sul bimbo non sono stati trovati segni di violenza. Proprio per questo gli investigatori al momento tendono a seguire l'ipotesi della morte per soffocamento anche se allo stato non escludono la pista della morte del piccolo dopo ore di stenti. Una ipotesi che però non dovrebbe collimare con la ricostruzione fatta dai carabinieri di Viterbo e con una prima sommaria indicazione dell'orario della morte, avvenuta sembra ieri mattina. E la causa della tragedia, secondo le prime informazioni, potrebbe essere stata la depressione di cui pare che la giovane mamma soffrisse dopo il parto. La donna era in vacanza a Montefiascone, sul lago di Bolsena, insieme con la sua famiglia quando, venerdì sera, aveva deciso di fare una passeggiata nel camping per far addormentare il piccolo.

Un'informazione che inizialmente non aveva destato i sospetti dei genitori, allarmatisi però la mattina successiva quando non hanno più trovato la figlia. Della ragazza non si sono avute più notizie fino a questa mattina, quando la protezione civile di Celleno ha rinvenuto il cadavere a poche centinaia di metri dal campeggio. La ragazza aveva deciso di impiccarsi ad una quercia in un bosco poco distante da dove aveva fatto perdere le tracce, lasciando a terra il corpo esanime del figlio. Entrambe le salme sono state trasportate all'ospedale di Viterbo a disposizione dell'autorità giudiziaria che ha disposto l'esame autoptico. Dalla denuncia della scomparsa fatta dai genitori si erano messe in moto le operazioni di ricerca di Cecilia Maria Fassine, sia a terra, sia nelle acque del lago. Vigili del fuoco, protezione civile, carabinieri e militari hanno scandagliato i luoghi vicini al camping, fino alla tragica scoperta di questa mattina. Sarebbe stata proprio la madre della ragazza ad informare gli investigatori che la figlia era finita nella depressione post-parto, un elemento che avrebbe convinto chi indaga. "Tendiamo ad escludere l'intervento di terzi", hanno spiegato gli inquirenti, avvalorando ancora di più l'ipotesi dell'omicidio-suicidio.

L'ultima parola, però, spetta all'autopsia, mentre nel bosco della tragedia resta solo il nastro bianco e rosso a delimitare l'area in cui Cecilia ha deciso di arrendersi alla depressione, portando con sè il suo bimbo di cinque mesi

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