Coronavirus

L'asta delle mascherine: il prezzo sale a 61 cent

Introvabili in farmacia, il commissario Arcuri è costretto a rinegoziare l'intesa con Federfarma

L'asta delle mascherine: il prezzo sale a 61 cent

La Fase 2 e le prossime riaperture richiedono un numero crescente di mascherine. Ma in alcune città e centri più piccoli restano un miraggio, a meno che non si accetti di «farsi rapinare» dal venditore di turno o di acquistarle al mercato nero, dove si trovano ma sono «irregolari» e vengono spesso sequestrate dalle forze dell'ordine.
Sono quattro mesi che si parla del problema, ma poco o nulla è cambiato. Se le prime quattro settimane dall'esplosione della pandemia sono state le più drammatiche per il reperimento delle mascherine, si è tornati adesso a una nuova fase di criticità, perché i cittadini che si stanno lentamente riaffacciando alla vita hanno bisogno di tutte le protezioni necessarie ad evitare una nuova impennata di contagi.

Il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, è convinto di aver fatto la sua parte, stipulando 52 contratti per l'acquisto di materiali di sicurezza necessari a fronteggiare l'emergenza, prima dell'arrivo del commissario straordinario Domenico Arcuri. «Consip, nominata soggetto attuatore con decreto del capo del Dipartimento della protezione civile del 2 marzo 2020 - ha detto Borrelli - ha provveduto a consegnare alla data del 3 maggio 2020 3.975.540 dispositivi di protezione individuale (mascherine chirurgiche, Ffp2, Ffp3) e 3.034 ventilatori polmonari. Anche Consip ha avuto difficoltà a reperire mascherine».

Due giorni fa, invece, Arcuri alla presenza di Federfarma ha convocato i rappresentanti della distribuzione intermedia per concludere un accordo commerciale con un fornitore nazionale, che renderà disponibili 5 milioni di mascherine chirurgiche per i prossimi 7 giorni e 10 milioni settimanali, a regime, dalla seconda metà di maggio.
«A seguito dell'accordo siglato da Federfarma il 1 maggio con il commissario straordinario - spiega la Federazione - le mascherine chirurgiche costano al pubblico 0,61 euro (cioè 0,50 + iva 22%, fino al momento in cui l'iva non sarà azzerata, come preannunciato dal Governo). Al momento le mascherine sono ancora disponibili presso alcune farmacie, mentre la stragrande maggioranza le ha già vendute proprio in previsione della Fase 2».

«Tali carenze sono dovute a vari motivi - puntualizza ancora Federfarma - quelle con regolare marchio CE sono introvabili sul mercato. Quelle importate con autocertificazione del produttore/importatore, assimilabili alle chirurgiche, che quindi potrebbero andare in vendita a 61 centesimi (talora anche già in giacenza presso i distributori che riforniscono le farmacie) non possono essere vendute senza la conformità da parte dell'Istituto Superiore di Sanità. Quelle che le farmacie attendono dalla Pubblica Amministrazione (al costo di acquisto di 40 centesimi) non sono ancora state consegnate dai distributori intermedi: peraltro l'accordo è stato siglato solo il 1 maggio e vanno considerati i necessari tempi tecnici».


Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, chiede invece allo Stato di sostenere con forza la produzione italiana anche dal punto di vista finanziario, perché i costi interni sono superiori a quelli di Paesi come la Cina e le aziende italiane, che nel momento del bisogno non si sono tirate indietro e hanno riconvertito la loro produzione in mascherine, alla riapertura delle frontiere rischiano di essere annientate.

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