Latina, gli allarmi inascoltati: Capasso fu dichiarato idoneo

Minniti all'indomani della strage: "Eccessive sottovalutazioni". Dopo la separazione, una commissione diede a Capasso otto giorni di riposo e lo dichiarò idoneo al servizio

I rilievi della polizia nel garage dove Luigi Capasso ha sparato alla moglie
I rilievi della polizia nel garage dove Luigi Capasso ha sparato alla moglie

"È assolutamente inaccettabile per le mie responsabilità. Potrei cavarmela dicendo che formalmente non c'è stata denuncia e quindi non si è messo in moto il meccanismo...". Ma nella tragedia di Cesterna Latina ci sono tanti "ma" da sciogliere. E il ministro dell'Interno Marco Minniti li mette a nudo:"Ci sono troppe sottovalutazioni e non si comprende la minaccia in campo". Perché nel passato di Luigi Capasso, il carabiniere che ieri ha prima sparato alla moglie Antonietta Gargiulo, da cui si stava separando, e poi ha ammazzato le due figlie prima di rivolgere la pistola contro se stesso e uccidersi.

Una tragedia da evitare

"Dobbiamo - ha spiegato Minniti - prendere un impegno: nessuno di noi deve sottovalutare quando discutiamo di tragedie consumate, con anche solo in un angolo del cervello l'idea che si poteva evitare". Tutto è cominciato intorno alle 5 quando, al termine del turno di servizio a Velletri, Capasso ha aspettato davanti al garage la donna, 39enne operaia della Findus, scesa per recarsi al lavoro: al culmine di una violenta lite, ha impugnato la pistola d'ordinanza e le ha esploso contro tre colpi raggiungendola al volto, a una spalla e all'addome. I sanitari chiamati da alcuni vicini l'hanno fatta trasportare in eliambulanza al San Camillo di Roma, dove versa in gravissime condizioni. Salito in casa, Capasso si è chiuso con le figlie mentre sul posto arrivavano i militari dell'Arma con i comandanti provinciali di Latina e Roma, i reparti speciali di intervento e il pm Gregorio Capasso. Le trattative sono andate avanti per alcune ore, ma l'epilogo è stato tragico: una decina di minuti dopo che il dialogo con Capasso si era interrotto, i carabinieri hanno fatto irruzione nell'appartamento e hanno trovato l'uomo cadavere. Secondo la prima ricostruzione, avrebbe ucciso le bimbe subito dopo il ferimento della mamma. Le ha ammazzate durante il sonno sparando prima alla maggiore colpendola all'addome, mentre dormiva nella sua cameretta, poi all'altra colpendola alle spalle mentre era nel letto della madre.

La visita medica e l'idoneità

La storia tra Capasso e la moglie ha iniziato a prendere una brutta piega lo scorso anno. Alla fine dell'estate la donna lo aveva lasciato definitivamente. A quel punto, lui sarebbe stato costretto a trasferirsi negli alloggi della caserma di Velletri. Ma il carabiniere non ha mai accettato questa separazione. Secondo quanto ha riferito l'avvocato della donna, in più occasioni l'uomo l'avrebbe seguita e si sarebbe reso protagonista violente liti. Alcune settimane fa, davanti allo stabilimento Findus, ha aspettato la ormai ex moglie pretendendo l'ennesimo inutile chiarimento. Di recente, come rivela Repubblica, era stato sottoposto a una visita medica e dichiarato idoneo al servizio. Non solo. Quando aveva fatto richiesta di un alloggio nella caserma, gli era stato offerto "un sostegno psicologico per superare la separazione". Capasso lo aveva rifiutato ed era stato così sottoposto a una visita medica davanti a una commissione che, dopo avergli dato otto giorni di riposo, lo aveva dichiarato "idoneo al servizio".

Le denunce inascoltate

Secondo quanto riferito dalla Stampa, la Gargiulo sarebbe andata due volte dalla polizia per denunciare il marito. Eppure nessuno si è mai mosso. "Se ci fosse stato almeno un divieto di avvicinamento - commenta l'avvocato della donna, Maria Concetta Belli - forse oggi non staremmo qui a piangere due bambine".

Sia lo scorso settembre, quando si era rivolta alla Questura di Latina, sia a gennaio, quando invece era stata al commissariato di Cisterna, aveva anche fatto presente che il marito violento era in possesso dell'arma di ordinanza. Dai racconti dell'avvocato Belli anche il comandante dei carabinieri della caserma di Velletri era a conoscenza della pericolosità del carabiniere.

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